Numerosi studi clinici suggeriscono una vasta gamma di effetti benefici per la salute legati alla vitamina D ma non c'è ancora un comune accordo sulle indicazioni da fornire ai pazienti circa la supplementazione con questa preziosa vitamina-ormone.
Segnaliamo oggi i dati provenienti da uno studio prospettico che ha coinvolto 14.641 adulti residenti del Regno Unito, seguiti per 13 anni.
Questa ricerca fornire indicazioni operative sui valori ottimali da raggiungere per il mantenimento di una buona condizione di salute.
Per verificare una correlazione tra livelli ematici di Vitamina D e vari fattori di rischio KT Khaw, dell'Università di Cambridge (Regno Unito), e colleghi hanno misurato livelli sierici di 25-idrossivitamina D [25 (OH) D] e stratificato i pazienti in 5 classi di rischio.
I dati mostrano che per ogni 2 nmol / L di incremento dei livelli sierici di 25-idrossivitamina D, il rischio di malattie cardiovascolari è diminuito del 4%, le malattie respiratorie dell'11%, e le fratture del 11%.
I tassi di mortalità più bassi sono stati osservati in soggetti con concentrazioni sieriche 25-idrossivitamina D superiori a 90 nmol / L.
Gli autori dello studio sostengono che: "Le concentrazioni plasmatiche di 25 (OH) D maggiori possono ridurre le malattie del basso tratto respiratorio, la mortalità totale e l'incidenza di malattie cardiovascolari le le fratture."
Alla luce di studi come questi andrebbero rivisti i range di normalità forniti dai laboratori di analisi basati su letteratura obsoleta basata esclusivamente sul rapporto Vit-D e malattie dell'apparato muscoloscheletrico.
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Fonte:Khaw KT, Luben R, Wareham N. “Serum 25-hydroxyvitamin D, mortality, and incident cardiovascular disease, respiratory disease, cancers, and fractures: a 13-y prospective population study.” Am J Clin Nutr. 2014 Nov;100(5):1361-70
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November 25, 2014
November 21, 2014
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