Quanti di voi hanno mai misurato l’attività del proprio sistema nervoso autonomo ANS (1) ?
Certo, qualche volta viene misurato il cortisolo o effettuate altre valutazioni indirette.
Tra queste ritengo molto interessante l’analisi FOTOPLETISMOGRAFICA o PPG (2) che ho effettuato con l'apparecchio PPG Stress Flow di Biotekna.
La Fotopletismofrafia misura quantitativamente le piccole variazioni di intensità luminosa associata a cambiamenti nella perfusione dei tessuti periferici (generalmente le dita delle mani). La stima del battito cardiaco viene effettuata sulla base del il polso periferico dipendente e sincronizzato al primo (HR)
Il test viene effettuato con dei sensori applicati alle dita e i dati analizzati da un PC collegato;
Il led dei sensori PPG emettono un raggio luminoso ed un fotorivelatore legge la risposta tissutale in 2 frequenze del rosso e infrarosso.
Un algoritmo stima la frequenza cardiaca, respiratoria e viene quindi calcolata la VARIABILITA’ DEL RITMO CARDIACO (3).
La valutazione viene effettuata da seduti e a riposo per 5 minuti e nel mio caso ha riportato un valore medio di 68,5 battiti al minuto.
Ecco i risultati del mio test ed alcune valutazioni.
Il parametro SDNN è l'indice clinico della variabilità del ritmo cardiaco (HRV) ed è ottenuto attraverso un semplice calcolo di deviazione standard sugli Intervalli interbattito (IBI).
Nel mio caso il valore è di 50 ms che si posiziona nel limite basso della zona media. Sarebbe auspicabile intervenire per aumentare la variabilità e portarla più vicino a 100ms.
Ragazzi giovani ed allenati superano i 100 ms mentre cardiopatici post-infartuati scendono anche sotto i 15.
Numerosi studi clinici correlano la bassa variabilità del ritmo ad un AUMENTATO RISCHIO CARDIOVASCOLARE e ad uno stato complessivo di salute non buono.
Vengono poi effettuate altre valutazioni attraverso l'analisi di altre frequenze che interferiscono con la frequenza cardiaca (5).
I valori da me riportati indicano un valore alto delle VLF, indicatore di un forte dialogo interno e la presenza di "preoccupazioni o ansia";
Una forte attività sia delle pathways parasimpatiche (HF) che delle simpatiche (LF).
Si delinea il quadro di un soggetto con ipertonia simpatica e parasimpatica.
Altri soggetti possono invece mostrare un'attivazione differenziale di simpatico e parasimpatico o l'ipotonia generale.
L'inquadramento del soggetto ha un elevato valore descrittivo e prognostico per quanto riguarda:
- aging
- rischio cardio vascolare
- benessere ed equilibrio psichico
- energia corporea e psichica
Un altra valutazione effettuata dal test è il differenziale tra lato destro e sinistro che si correlano all'attività degli emisferi opposti.
Il dito della mano destra si correla all'emisfero sinistro e viceversa.
Il dato emerso dal mio test rileva un buon bilanciamento con una leggera dominanza dell'emisfero sinistro, quello correlato con il linguaggio e le emozioni sociali.
Ma quali interventi sono maggiormente attivi per il bilanciamento dell'attività nervosa autonoma?
Sono i classici MUST dello stile di vita sano:
-esercizio fisico
- alimentazione sana e varia con sufficiente introduzione di acidi grassi omega 3
- stress management (meditazione, esercizi di rilassamento)
- biofeedback
- interventi con nutrienti che contrastano la stanchezza surrenalica o l'iperattività surrenalica.
L'argomento del bio feedback è troppo interessante e pieno di risvolti per affrontarlo in questo articolo.
Sarà oggetto di approfondimenti in futuro.
(1) valutazione del sistema nervoso autonomo (ANS) ovvero funzione vasomotoria, termoregolazione, ritmo cardiaco, sudorazione, transito intestinale, conducibilità elettrica cutanea
(2) PPG è una tecnica di misurazione ottica non invasiva per rilevare le variazioni di volume del sangue nel letto microvascolare dei tessuti (Challoner 1979).
(3) La variabilità del ritmo cardiaco (HRV) è un indicatore di salute generale ottenuto attraveso un algoritmo applicato a misurazioni ottenute con ECG o PPG. Vengono stimati l' Intervallo InterBeat (IBI), ovvero il tempo che intercorre tra un'onda R (o battito
cardiaco) e la successiva (espresso in ms)
(4) SDNN è la deviazione standard degli intervalli interbattito (IBI) e quindi indice di variabilità. Anche se il dato deve essere rapportato all'età del soggetto, possiamo definire degli intervalli: < 50 fuori norma, tra 50 e 100 da rivalutare, > nella norma
(5) HF da 0,15 a 0,4 Hz:pathways parasimpatiche respirazione - tono vagale
LF da 0,04 a 0,15 Hz: pathways simpatiche; barocettori - ritmo cardiaco;
VLF da 0,0033 a 0,04 Hz:pathways simpatiche; viscerale e termoregolazione - ritmo cardiaco; sono influenzate dall'attività mentale
ULF <0 font="" hz:non="" studiate="" sufficientemente="">0>
June 20, 2014
June 16, 2014
Una Valutazione Globale dello Stress Ossidativo
Oggi ho effettuato un'analisi poco diffusa e fondamentalmente poco compresa: la valutazione globale dello stress ossidativo.
Ho utilizzato un'apparecchiatura che possiamo considerare tra le migliori al mondo in quanto con un solo prelievo consente di misurare:
- lo stress ossidativo a cui siamo sottoposti ( d-ROM test)
- le attività scavenger antiossidanti a nostra disposizione PAT Test.
Abbiamo quindi 2 risultati che poniamo sui piatti di una bilancia..
A sinistra troviamo lo stress ossidativo a cui siamo sottoposti e a destra la forza delle nostre difese.
Il mio caso è quello più desiderabile perchè il test ha rilevato un basso livello di stress ossidativo e un buon livello di attività antiossidanti plasmatiche.
I MIEI VALORI OGGI:
d-ROMs = 279 U Carr VALORE OTTIMALE
PAT = 2251 U Cor. VALORE NORMALE
Purtroppo i casi così favorevoli sono meno del 10% tra le persone della mia età e anche tra i giovani meno attenti al loro stile di vita.
I fattori che solitamente aumentano lo stress ossidativo sono:
1) Cattiva alimentazione (cibi spazzatura)
2) fumo
3) consumo eccessivo di alcol
4) consumo di farmaci
5) contatto con sostanze tossiche ambientali
6) stress e disturbi dell'umore
7) overtraining negli atleti
La forza delle nostre difese dipende da quanti "super-alimenti" introduciamo con l'alimentazione. Sono i famosi anti-ossidanti come:
1) EGCG del te verde
2) polifenoli, carotenoidi di frutta e verdura;
3) acido alfa lipoico-diidrolipoico
4) glutatione
5) Vitamina C
6) Coenzima Q10
7) Curcumina
La forza delle nostre difese dipende anche dalla funzionalità epatica, visto che il fegato è il nostro principale laboratorio chimico dove si catabolizzano (distruggono) ma anche producono radicali liberi e sostanze reattive.
Per questo la salute intestinale e un buon funzionamento del fegato sono le premesse per avere un bilanciamento dello stress ossidativo corporeo.
Per questo la salute intestinale e un buon funzionamento del fegato sono le premesse per avere un bilanciamento dello stress ossidativo corporeo.
Il test è ripetibile e sensibile.
Oltre 700 studi clinici hanno verificato le potenzialità d'uso dell'apparecchiatura e dei metodi di misura e l'applicabilità soprattutto come SCREENING nel campo della medicina funzionale.
Il test può essere utilizzato anche in medicina specialistica (antiaging, oncologia, reumatologia, cardiologia) per valutare il carico di stress ossidativo associato a trattamenti farmacologici o i benefici ottenuti da cambiamenti dello stile di vita.
Oltre 700 studi clinici hanno verificato le potenzialità d'uso dell'apparecchiatura e dei metodi di misura e l'applicabilità soprattutto come SCREENING nel campo della medicina funzionale.
Il test può essere utilizzato anche in medicina specialistica (antiaging, oncologia, reumatologia, cardiologia) per valutare il carico di stress ossidativo associato a trattamenti farmacologici o i benefici ottenuti da cambiamenti dello stile di vita.
L'apparecchio FRAS 4 Evolvo è prodotto e distribuito da H&D di Parma
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June 12, 2014
EPIDEMIA MONDIALE DI OBESITA' E SOVRAPPESO: Possiamo fermarla?
In tutto il
mondo, vi è stato un aumento allarmante dei tassi di obesità e sovrappeso in
entrambi adulti (aumento del 28%) e bambini (in crescita del 47%) negli ultimi
33 anni, con il numero di persone in sovrappeso e obese arrivate ad oltre 2 miliardi lo
scorso anno.
E' possibile parlare di una vera EPIDEMIA MONDIALE DI OBESITA' E SOVRAPPESO.
Questi sono i dati allarmanti emersi da un’estesa indagine epidemiologica realizzata dal Global Burden of Disease Study 2013, e pubblicata sul Lancet (1).
E' possibile parlare di una vera EPIDEMIA MONDIALE DI OBESITA' E SOVRAPPESO.
Questi sono i dati allarmanti emersi da un’estesa indagine epidemiologica realizzata dal Global Burden of Disease Study 2013, e pubblicata sul Lancet (1).
La ricerca ha
valutato la prevalenza globale, regionale e nazionale di sovrappeso e obesità
negli adulti di età > 20 anni, bambini e adolescenti di età compresa tra
2-19 anni tra il 1980 e il 2013.
Il problema sovrappeso ed obesità non è
egualmente distribuito nei vari paesi e solo 10 stati (USA, Cina, India, Russia,
Brasile, Messico, Egitto, Germania, Pakistan e Indonesia) ospitano oltre 680
milioni di obesi.
Può sembrare strano trovare in cima a questa lista anche paesi dove la povertà e l’emarginazione sono epidemici, ma lo è anche la diseguaglianza sociale e le classi più abbienti non hanno adeguata cultura della salute;
Anche questi paesi le istituzioni fanno poco per educare la popolazione a stili di vita sani.
A farne le spese sono soprattutto le donne e i bambini, i più colpiti nei paesi in forte sviluppo economico.
Può sembrare strano trovare in cima a questa lista anche paesi dove la povertà e l’emarginazione sono epidemici, ma lo è anche la diseguaglianza sociale e le classi più abbienti non hanno adeguata cultura della salute;
Anche questi paesi le istituzioni fanno poco per educare la popolazione a stili di vita sani.
A farne le spese sono soprattutto le donne e i bambini, i più colpiti nei paesi in forte sviluppo economico.
L’aumento
allarmante dei tassi di obesità e sovrappeso, negli ultimi 33 anni, riguarda
sia gli adulti (+ 28%) e bambini (+47%).
Gli USA detengono
il triste primato mondiale dell’obesità, con 1 adulto su 3 e trend in aumento
ma anche Australia, Regno Unito ( 1 su 4)
non sono da meno.
Gli autori sottolineano
i rischi derivanti dal quadro preoccupante emerso e la necessità urgente di
invertire questa tendenza.
Riassumiamo
adesso i dati salienti emersi dallo studio:
- nel
mondo industrializzato, gli uomini sono più obesi delle donne; nei paesi in via
di sviluppo avviene il contrario;
- c'è
stato un picco di crescita nel decennio 1992 e il 2002, soprattutto tra le
persone di età compresa tra 20 e 40;
- la prevalenza di sovrappeso e obesità in età infantile è aumentata notevolmente
nei paesi sviluppati, dal 17% del 1980 al 24% nel 2013 nei maschi e dal 16% al
23% nelle ragazze. Allo stesso modo, nei paesi in via di sviluppo, i tassi sono
aumentati da circa l'8% al 13% in entrambi i ragazzi;
- in Europa occidentale, i livelli di obesità nei ragazzi andavano dal 14% in
Israele e il 13% a Malta, al 4% nei Paesi Bassi e in Svezia. I livelli di
obesità nelle ragazze erano più alti in Lussemburgo (13%) e Israele (11%), e
più bassa nel Norvegia, Paesi Bassi e Svezia (4%).
Anche se nei
paesi sviluppati il tasso di aumento obesità in età adulta ha iniziato a
rallentare negli ultimi 8 anni la situazione è ASSOLUTAMENTE CRITICA E RICHEDE INTERVENTI DECISI DEI GOVERNI E DELLE AUTORITA' SOVRANAZIONALI mirati soprattutto alla cultura della salute e all'educazione alimentare a partire dall'età scolare.
RESPONSABILITA’ DELLE AZIENDE ALIMENTARI
Per contrastare
questo fenomeno è indispensabile portare il BMI di intere nazioni almeno a
quello di 30 anni fa e questo implica una responsabilizzazione individuale e azioni decise.
L’industria alimentare ha avuto un ruolo determinante nel determinare questa situazione e deve collaborare a mettere in atto le contromisure attraverso una revisione critica delle qualità nutrizionali degli alimenti prodotti e promossi attivamente con la pubblicità.
Un miglioramento qualitativo delle abitudini alimentari non avrebbe a livello sociale un impatto negativo sull’economia ma potrebbe addirittura promuovere le piccole realtà produttive e distributive che si focalizzano sugli aspetti “salutistici”.
Già a livello mondiale vediamo importanti trend che riguardano l’industria alimentare:
L’industria alimentare ha avuto un ruolo determinante nel determinare questa situazione e deve collaborare a mettere in atto le contromisure attraverso una revisione critica delle qualità nutrizionali degli alimenti prodotti e promossi attivamente con la pubblicità.
Un miglioramento qualitativo delle abitudini alimentari non avrebbe a livello sociale un impatto negativo sull’economia ma potrebbe addirittura promuovere le piccole realtà produttive e distributive che si focalizzano sugli aspetti “salutistici”.
Già a livello mondiale vediamo importanti trend che riguardano l’industria alimentare:
-
ASSENZA
DI ALLERGENI (Glutine, latte, soia, crostacei, frutta secca) e LATTOSIO
-
ECOSOSTENIBILITA’
DEL PROCESSO PRODUTTIVO
-
RICERCA
DI SNACK SALUTISTICI E SMOOTHIES
-
BIOLOGICO
-
RIFIUTO
DI OGM E ADDITIVI NON NECESSARI
Fonti:
1. Marie Ng, Emmanuela Gakidou et al. Global, regional, and national prevalence of overweight and
obesity in children and adults during 1980–2013: a systematic analysis for the
Global Burden of Disease Study 2013. The Lancet, 2014; DOI: 10.1016/S0140-6736(14)60460-8
June 07, 2014
Aumento dell'adiposità: causa o conseguenza di eccessivo apporto calorico?
E' ormai evidente che i vecchi modelli su adiposità, obesità e rischio cardiovascolare sono inadeguati.
Per decenni l'approccio dietetico si è focalizzato su un banale conteggio calorico ignorando le capacità omeostatiche dell'organismo.
Si fanno strada, con grande ritardo, letture alternative che cercano di spiegare i meccanismi eziofisiopatologici con un punto di vista apparentemente simile ma radicalmente diverso.
Fonte: Increasing Adiposity: Consequence or Cause of Overeating?
Vari fattori genetici, incluso la dieta, possono aumentare l'anabolismo che favorisce l'accumulo di grasso in riserve piuttosto che l'ossidazione delle calorie ingerite (aumento della lipogenesi, aumentato uptake di zuccheri e grassi nelle cellule adipose e minore lipolisi a digiuno nelle cellule muscolari).
Di conseguenza aumenta la fame e diminuisce il consumo calorico, riflettendo il tentativo da parte del corpo di compensare la riduzione dei nutrienti metabolici circolanti sequestrati nel tessuto adiposo e quindi non disponibili per le esigenze metaboliche.
Per decenni l'approccio dietetico si è focalizzato su un banale conteggio calorico ignorando le capacità omeostatiche dell'organismo.
Si fanno strada, con grande ritardo, letture alternative che cercano di spiegare i meccanismi eziofisiopatologici con un punto di vista apparentemente simile ma radicalmente diverso.
Fonte: Increasing Adiposity: Consequence or Cause of Overeating?
Vari fattori genetici, incluso la dieta, possono aumentare l'anabolismo che favorisce l'accumulo di grasso in riserve piuttosto che l'ossidazione delle calorie ingerite (aumento della lipogenesi, aumentato uptake di zuccheri e grassi nelle cellule adipose e minore lipolisi a digiuno nelle cellule muscolari).
Di conseguenza aumenta la fame e diminuisce il consumo calorico, riflettendo il tentativo da parte del corpo di compensare la riduzione dei nutrienti metabolici circolanti sequestrati nel tessuto adiposo e quindi non disponibili per le esigenze metaboliche.
L'aspetto rivoluzionario di questa interpretazione è nel considerare l'obeso una persona DENUTRITA in quanto il carburante metabolico circolante è ridotto dall'adiposità.
Questo aspetto diventa ancora più eclatante se oltre a considerare i macronutrienti consideriamo anche vitamine e minerali.
Gli obesi mostrano frequentemente gravi carenze vitaminiche (esempio con la vitamina D) e di minerali. L'eccessiva introduzione di calorie vuote provenienti da "cibo spazzatura" aggrava il circolo vizioso instauratosi e ostacola tutti i tentativi di compensazione basati unicamente sulla riduzione calorica.
Paradossalmente i nuovi standard per la prevenzione ed il trattamento del diabete mellito appena rilasciate da AND e SIS continuano ad ignorare gli aspetti epigenetici e nutrigenomici limitandosi (per gli aspetti nutrizionali) a consigliare una "dieta mediterranea" la riduzione (NON L'ELIMINAZIONE) dei grassi trans e scoraggiando l'integrazione nonostante alcune sostanze (Cromo per esempio) abbiano evidenze cliniche tali da portare a Claim approvati dalla Comunità Europea.
Questo aspetto diventa ancora più eclatante se oltre a considerare i macronutrienti consideriamo anche vitamine e minerali.
Gli obesi mostrano frequentemente gravi carenze vitaminiche (esempio con la vitamina D) e di minerali. L'eccessiva introduzione di calorie vuote provenienti da "cibo spazzatura" aggrava il circolo vizioso instauratosi e ostacola tutti i tentativi di compensazione basati unicamente sulla riduzione calorica.
Paradossalmente i nuovi standard per la prevenzione ed il trattamento del diabete mellito appena rilasciate da AND e SIS continuano ad ignorare gli aspetti epigenetici e nutrigenomici limitandosi (per gli aspetti nutrizionali) a consigliare una "dieta mediterranea" la riduzione (NON L'ELIMINAZIONE) dei grassi trans e scoraggiando l'integrazione nonostante alcune sostanze (Cromo per esempio) abbiano evidenze cliniche tali da portare a Claim approvati dalla Comunità Europea.
June 04, 2014
Medico "Tradizionale" e medico "moderno"
La tabella che segue è volutamente provocatoria e spero possa favorire qualche riflessione.
Ovviamente una polarizzazione eccessiva può risultare estrema, ma è certo che i due modelli proposti hanno un profilo molto ben delineato e facilmente riscontrabile nel mondo reale.
Tengo a precisare l'uso del termine "tradizionale" che ho usato nella tabella.
Esso si riferisce al ruolo di sacerdote-taumaturgo-medico presente nelle grandi culture dell'antichità da oriente a occidente.
In queste società, il ruolo del medico veniva esercitato generalmente dalla casta sacerdotale e la funzione di supporto al percorso di guarigione degli altri membri del gruppo faceva parte di un insieme di procedure e riti finalizzati non soltanto al benessere fisico e psichico ma anche all'evoluzione spirituale del singolo. Non era mai il medico o il farmaco che guariva una malattia ma una grazia divina favorita dall'aiuto "tecnico" del taumaturgo o guaritore. E' facile intuire quanto questo sia distante dalle concezioni moderne.
Non si vuole in questa sede discutere di aspetti di fede ma mettere in evidenza aspetti di principio basilari relativi al concetto di medicina e terapia.
A dispetto delle scarse conoscenze tecnico-scientifiche del passato, andrebbero recuperati molti VALORI presenti nell'approccio medico tradizionale che valorizzano l'uomo e la persona proponendo un percorso di cura preventivo personalizzato e partecipativo.
Non è forse quello che stiamo riscoprendo adesso?
Ovviamente una polarizzazione eccessiva può risultare estrema, ma è certo che i due modelli proposti hanno un profilo molto ben delineato e facilmente riscontrabile nel mondo reale.
Tengo a precisare l'uso del termine "tradizionale" che ho usato nella tabella.
Esso si riferisce al ruolo di sacerdote-taumaturgo-medico presente nelle grandi culture dell'antichità da oriente a occidente.
In queste società, il ruolo del medico veniva esercitato generalmente dalla casta sacerdotale e la funzione di supporto al percorso di guarigione degli altri membri del gruppo faceva parte di un insieme di procedure e riti finalizzati non soltanto al benessere fisico e psichico ma anche all'evoluzione spirituale del singolo. Non era mai il medico o il farmaco che guariva una malattia ma una grazia divina favorita dall'aiuto "tecnico" del taumaturgo o guaritore. E' facile intuire quanto questo sia distante dalle concezioni moderne.
Non si vuole in questa sede discutere di aspetti di fede ma mettere in evidenza aspetti di principio basilari relativi al concetto di medicina e terapia.
A dispetto delle scarse conoscenze tecnico-scientifiche del passato, andrebbero recuperati molti VALORI presenti nell'approccio medico tradizionale che valorizzano l'uomo e la persona proponendo un percorso di cura preventivo personalizzato e partecipativo.
Non è forse quello che stiamo riscoprendo adesso?
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