Mio figlio ha quasi 8 anni e nelle due ore al giorno di televisione in fascia protetta assiste ad oltre 32 minuti di pubblicità. Molti di questi spot sono relativi a merendine e cibi spazzatura che vengono spesso presentati come "naturali" e/o "salutari.
Per fortuna (e grazie ad un grande sforzo educativo) mio figlio è normopeso ma non sempre i genitori riescono a far fronte alla dilagante diseducazione alimentare che proviene dai media.
Il risultato è che sempre più bambini sono obesi e che il diabete di tipo II, meglio conosciuto come senile, fa la sua comparsa anche nei bambini mentre così non era solo 30 anni fa.
Ovviamente non è solo colpa degli spot e della televisione. Anche la scarsa cultura alimentare dei genitori ha la sua bella fetta di responsabilità. Ma a pagarne lo scotto sono i nostri figli.
I chili di troppo insidiano il cuore dei bambini e i primi segni si vedono già a partire dai 3 anni.
Inoltre sembra accertata una relazione stretta tra obesità infantile e uno stato infiammatorio generale dell'organismo. Questi i risultati di una ricerca clinica che ha coinvolto 16 mila bambini e adolescenti. Secondo la ricerca, condotta dall'Università del North Carolina e pubblicata su 'Pediatrics', i piccoli più obesi presentano segni di un marker infiammatorio (la proteina C reattiva) che può predire future malattie cardiache. In generale, il 40% dei bambini da 3 a 5 anni con obesità presentava livelli di proteina C-reattiva elevati, rispetto al 17% dei coetanei normopeso.
La soluzione a questo tipo di problemi passa necessariamente attraverso un progetto condiviso che coinvolga famiglia-scuola-media.
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