December 14, 2008

Lettera aperta agli amici Gastroenterologi

Le ore passavano al congresso "Precancerosi e patologie Gastrointestinali" e l'intestino umano veniva descritto dettagliatamente nelle sue devianze cellulari, istologiche, anatomiche e funzionali.
Si ricordava la nota sequenza: mucosa normale-iperplasia-displasia-cancro.
Si ricordava addirittura che si può risparmiare denaro pubblico con le colectomie (cioè asportando porzioni dell'intestino) pur aumentando la mortalità....
Si è ricordato l'effetto protettivo del fumo nei riguardi di alcune malattie infiammatorie croniche dell'intestino (senza, per fortuna, invitare ad un uso terapeutico della sigaretta).
MA NON UN CENNO ALLA NUTRIZIONE!
All'inizio pensavo che si trattasse di una imperdonabile dimenticanza, ma poi è arrivata una domanda diretta all'esimio professor Reinold Stockbrugger dell'Università di Maastricht, da parte di un semplice medico di medicina generale:
"Qual è il ruolo dei fattori ambientali e dell'alimentazione nell'instaurarsi delle malattie infiammatorie croniche dell'intestino e nella loro cura?"
E quale pensate possa essere stata la risposta del professore? , di colui che fa parte della commissione editoriale della rivista "Gastroenterology", che coordina progetti di ricerca a livello mondiale sull'argomento?

Il professor Stockbrugger non ha risposto e ha spostato la discussione sul ruolo dell'igiene e della sua importanza sociale......

Sembra che per la Gastroenterologia ufficiale l'intestino non abbia nulla a che fare con l'alimentazione, che la nutrizione sia irrilevante perchè non è considerata un fattore medico.....
L'attacco ai probiotici con l'argomento che essi non sono "farmaci ma cibo"... non convince.
Secondo questo assunto i probiotici perderebbero rilevanza sulla capacità di influenzare lo stato di salute dell'organismo.
Quanti anni passeranno prima che si prenda in considerazione il fatto che il nostro intestino NON è UN TUBO MA UN ORGANO?
Quanti pazienti dovranno ancora morire prima che qualcuno cominci ad osservare l'intestino umano con gli occhi di un ecologo?
L'intestino non è un tubo ma un ecosistema in cui i fattori fisici sono influenzati dalla nutrizione e i costituenti viventi sono gli enterociti e gli organismi della flora intestinale.
Vogliamo ricordarci che le nostre feci sono costituite al 50 % da batteri, che l'interazione tra gli enterociti e la flora intestinale è in grado di modulare risposte immunitarie, interagire con gli equilibri ormonali, promuovere lo stato di salute o lo sviluppo di una malattia?
Perchè parlare per ore di come impazziscono le cellule delle ghiandole intestinali, ma non soffermarsi a discutere sul perchè questo acada?
Perchè non chiedersi come mai il Morbo di Chron è stato sconosciuto fino al 1935?
Perchè esiste una correlazione così stretta tra Diabete infantile e Celiachia?
Perchè le microlesioni del digiuno sono correlate così strettamente (con significatività statistica) alla Psoriasi?
Presto gli eventi ci costringeranno a cambiare atteggiamento; in questa direzione si pone il saggio intervento dell'anatomo patologo dott. Alberto Furlanetto:
"Noi anatomopatologi abbiamo guardato per decenni tessuti gastrici senza vedere l'Helicobacter pylori, perchè non sapevamo cosa guardare. Adesso che sappiamo che c'è , lo vediamo...."

A mio avviso un punto di vista più olistico della medicina aprirebbe la strada ad approcci più funzionali e naturali miranti a rinforzare e ad esaltare la capacità di autoriparazione ed autoguarigione del nostro corpo.
Le moderne terapie biologiche fanno sempre più leva sull'azione delle proteine kinasi e dei messaggeri intracellulari.
Stiamo sviluppando farmaci "biologici" sempre più potenti e selettivi per bloccare il normale funzionamento della regolazione ed espressione del patrimonio genetico, al posto di ripristinare condizioni più equilibrate e naturali in cui questi segnali possano al massimo essere modulati.
E' questo lo sforzo della Medicina Funzionale, che non si pone come alternativa alla medicina tradizionale, ma che potrà, con la collaborazione di professionisti illuminati e coraggiosi, fornire ai pazienti soluzioni terapeutiche integrate che superino l'approccio specialistico estremo.
Non si può parlare per 5 ore di intestino senza accennare al cibo.
Non si può non ricordare che la salute intestinale condiziona la salute dell'intero organismo.
A mio umile avviso e nell'interesse dei pazienti, sarebbe meglio adottare un atteggiamento più aperto verso la salute umana nel suo complesso, pur mantenendo il rigore della medicina basata sull'evidenza scientifica.

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