Questa volta il ministero della salute ci prova con un linguaggio più giovane...
con un approccio di community...., con le chat, i forum....
Il sito si chiama TimShell ed è una risposta istituzionale ai disturbi del comportamento alimentare come bulimia ed anoressia che riguardano 3 milioni di italiani con età compresa tra i 13 ed i 35 anni.
A me sembra un pò meglio delle solite commissioni di baroni universitari che si riuniscono per ricordarsi quanto sono bravi..loro....
Per adesso il contenitore è vuoto.... ma diamogli tempo.
Io avrei cercato di farlo meno istituzionale. E' ancora troppo "ospedaliero" con i suoi link al "Bambin Gesù" e i barbosi richiami alla piramide nutrizionale.
Però l'idea è Giusta! ! ! E possiamo aiutare a migliorarla!
Sì proprio noi!! Chi ci impedisce di dare una mano con qualche contributo di marketing non convenzionale come un bel video virale o semplicemente una slideshare non scontata.??
Se è vero che 300.000 siti inneggiano all'anoressia magari possiamo averne uno decente che dice il contrario. Buona notte ragazzi. Io sono un quarantenne leggermente sovrappeso ma sono vicino a chi il cibo lo vive come un mostro da divorare o che divora...
November 30, 2008
Enterprise 2.0 non solo teoria: il caso Lago
Il 15% delle Fortune 500 usa Clearspace come piattaforma di Enterprise 2.0.
Tra queste:Questo flessibile (vedi requisiti di sistema), snello ed economico (circa 50 euro a licenza) strumento permette ad aziende di ogni dimensione di proiettarsi nel cuore del web 2.0 senza rinunciare a nulla. I dati restano in azienda, il sistema mette daccordo IT manager e Amministratori, grande attenzione alla sicurezza.....
Il software serve a:
-creare e mantenere una community aziendale;
-gestire le informazioni valorizzando l'apporto del patrimonio informativo diffuso ed informale;
-trasformare le informazioni in progetti e gestire i processi;
- mantenere il focus sulla missione e sulle priorità aziendali;
- favorire la generazione di idee e l'apporto del personale delocalizzato;
Tutto questo attraverso strumenti come messaggeria istantanea, blog, uso di tag cercabili, wikis, status monitor, che forniscono agli utenti una preziosa e maggiore consapevolezza dell'ambiente aziendale in cui sono immersi. Quella "environment awareness" che è il nutrimento primario del pensiero laterale.
Ho avuto la fortuna di vedere in azione Clearspace in un'azienda del Nordest che si distingue per la continua e sistematica applicazione di strumenti di innovazione in ogni settore aziendale.
Il mobilificio Lago è anche un produttore di mobili di Design, ma per me è prima di tutto un esempio vivente di come una gestione illuminata possa creare valore per l'impresa e per chi in essa lavora.
Nicola Zago è la persona che gestisce il progetto e lo ricordiamo anche perchè è stato uno dei primi in Italia ad utilizzare il blog come strumento di comunicazione aziendale, con il suo Design Conversations.
Nicola mi ha mostrato come è nato il progetto, mi ha descritto come non è stato facile coinvolgere tutti ma che gli sforzi hanno presto portato risultati visibili e misurabili.
Finalmente ho avuto la possibilità di constatare che Creatività e Innovazione possono convivere perfettamente con la qualità della vita. Infatti in Lago si respira aria di "casa". I 140 lavoratori sono ospitati in capannoni industriali in cui il legno prende il posto del cemento armato, in cui l' ottimizzazione dei processi produttivi (attraverso metodiche Lean) viene ricercata mantenendo l'attenzione anche sul singolo individuo.
November 25, 2008
Generico, bioequivalente o Biosimilare ???
Generico, Biosimilare, Bioequivalente?
Sono concetti differenti?
In realtà i concetti sono usati come sinonimi nell'uso comune, ma tecnicamente si tende a restringere la definizione di biosimilare ai prodotti generici biotecnologici derivati da organismi viventi.
Tra questi vi sono numerosi farmaci ottenuti grazie all'ingegneria genetica mediante l'impiego di proteine ricombinanti, che vengono prodotti all'interno di organismi viventi come batteri, attraverso colture cellulari o nelle piante.
Ricordiamo a titolo di esempio l'insulina, eritropoietina, l'ormone della crescita, l'interferone, i fattori di crescita, gli anticorpi monoclonali e molti altri.
Per farmaco generico si intende , più in generale un analogo bioequivalente del farmaco branded ottenuto con i tradizionali processi di tecnologia farmaceutica.
Tra questi vi sono numerosi farmaci ottenuti grazie all'ingegneria genetica mediante l'impiego di proteine ricombinanti, che vengono prodotti all'interno di organismi viventi come batteri, attraverso colture cellulari o nelle piante.
Ricordiamo a titolo di esempio l'insulina, eritropoietina, l'ormone della crescita, l'interferone, i fattori di crescita, gli anticorpi monoclonali e molti altri.
Per farmaco generico si intende , più in generale un analogo bioequivalente del farmaco branded ottenuto con i tradizionali processi di tecnologia farmaceutica.
Si stima che il mercato dei mondiale dei generici nel 2010 varra' piu' di 50 miliardi di dollari. Recentemente, buona parte dei brevetti depositati negli anni '80 sono scaduti o stanno per scadere, rendendo quindi possibile la produzione e la successiva commercializzazione come generici (o biosimili) di numerosi farmaci attualmente sul mercato. I generici contengono lo stesso principio attivo del prodotto da banco ma hanno il vantaggio di costare meno.
Leggiamo da Androkronos salute che: " Approderà presto al Senato un disegno di legge sui farmaci biosimilari, medicinali simili al corrispondente prodotto biotech il cui brevetto è scaduto. Si tratta di macromolecole proteiche realizzate attraverso procedure di ingegneria genetica, comparabili ai farmaci biotecnologici anche se non considerabili come veri e propri equivalenti. Per questo per i biosimilari "è necessario fissare paletti più precisi" rispetto a quelli stabiliti per i farmaci frutto di sintesi chimica e per i generici".
In questo caso la notizia si riferisce evidentemente a prodotti biotecnologici.Leggiamo da Androkronos salute che: " Approderà presto al Senato un disegno di legge sui farmaci biosimilari, medicinali simili al corrispondente prodotto biotech il cui brevetto è scaduto. Si tratta di macromolecole proteiche realizzate attraverso procedure di ingegneria genetica, comparabili ai farmaci biotecnologici anche se non considerabili come veri e propri equivalenti. Per questo per i biosimilari "è necessario fissare paletti più precisi" rispetto a quelli stabiliti per i farmaci frutto di sintesi chimica e per i generici".
Questione di definizioni.......
BIOEQUIVALENTE
Due prodotti farmaceutici sono considerati bioequivalenti quando i loro profili concentrazione-tempo, ottenuti con la stessa dose somministrata, sono così simili che è improbabile producano differenze rilevanti negli effetti terapeutici e/o avversi.BIOSIMILARE - Definizione dell'EMEA (Agenzia Europea dei medicinali):
“A biological medicine is a medicine whose active substance is made by or derived from a living organism. For example, insulin can be produced by a living organism (such as a bacterium or yeast), which has been given the gene that enables it to produce insulin”.
Cruciale quindi la derivazione del farmaco da un'organismo vivente.“A biological medicine is a medicine whose active substance is made by or derived from a living organism. For example, insulin can be produced by a living organism (such as a bacterium or yeast), which has been given the gene that enables it to produce insulin”.
I farmaci generici o equivalenti sono quei medicinali non più coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare, che a differenza delle specialità medicinali vengono commercializzati direttamente con il nome del principio attivo. Per essere più precisi, ed evitare confusioni tra i possibili sinonimi, si utilizza la DCI, + nome dell'azienda produttrice. Esattamente come la specialità medicinale da cui derivano, i medicinali generici possono essere sia da banco e dunque acquistabili liberamente, che prescrivibili e quindi vendibili solo dietro presentazione della "ricetta"
November 22, 2008
Digital Signage 2.0 e Retail Marketing
Presto Wikipedia dovrà aggiornare le voci Digital Signage e quella di Retail Marketing (da me creata 5 minuti fa).
I progressi tecnologici nel campo dei dispositivi di visualizzazione delle immagini (e di puntamento) stanno introducendo i concetti di interattività e condivisione (tipici del web 2.0) anche nel punto vendita, consentendo approcci di Marketing non convenzionale impensabili solo 2 anni fa.
Mi riferisco in particolare agli schermi touchscreen di nuova generazione che permettono:
- alle vetrine dei negozi di diventare superfici tattili 24 ore su 24;
- ai clienti di interagire con le presentazioni multimediali attraverso il tocco della superfice espositiva o semplicemente con il movimento delle mani.
La tecnologia che permette tutto questo non appartiene più alla finzione cinematografica ma alla realtà.
Nel sito Vetrina Attiva portrete osservare come attraverso l'Hand tracker si possa trasformare qualsiasi superfice in una tavola-display interattiva.
L'handtracker è un dispositivo di puntamento che funziona mediante un sofisticato processo di analisi delle immagini basato su un sistema di illuminazione a bassa frequenza.
Esso può creare schermi interattivi fino a 100 pollici.
Qui potrete trovare tante informazioni aggiornate sul Digital Signage
P.S. Se non vi piace la mia definizione di Retail Marketing:
"Il termine inglese ''retailing'' traduce ciò che in italiano definiamo “attività di distribuzione commerciale al dettaglio”; di conseguenza, il Retail Marketing altro non è che l’insieme delle strategie e delle tattiche di marketing attinenti alla gestione del punto vendita e mirate ad incrementarne il business aziendale.
Il retail marketing può integrare anche moderne tecniche di Marketing non convenzionale quali il marketing di prossimità (proximity marketing) e contribuire a progetti complessi di marketing multi canale.
Recentemente si è cominciato a posizionare nei punti vendita anche strumenti interattivi digitali di nuova generazione (digital signage) che permettono un approccio più personalizzato e complesso con il cliente, oltre che veicolare i messaggi promozionali in maniera multi mediale. "
vi ricordo che Wikipedia vi permette di modificarla, anche inserendo link interni ed esterni...
I progressi tecnologici nel campo dei dispositivi di visualizzazione delle immagini (e di puntamento) stanno introducendo i concetti di interattività e condivisione (tipici del web 2.0) anche nel punto vendita, consentendo approcci di Marketing non convenzionale impensabili solo 2 anni fa.
Mi riferisco in particolare agli schermi touchscreen di nuova generazione che permettono:
- alle vetrine dei negozi di diventare superfici tattili 24 ore su 24;
- ai clienti di interagire con le presentazioni multimediali attraverso il tocco della superfice espositiva o semplicemente con il movimento delle mani.
La tecnologia che permette tutto questo non appartiene più alla finzione cinematografica ma alla realtà.
Nel sito Vetrina Attiva portrete osservare come attraverso l'Hand tracker si possa trasformare qualsiasi superfice in una tavola-display interattiva.
L'handtracker è un dispositivo di puntamento che funziona mediante un sofisticato processo di analisi delle immagini basato su un sistema di illuminazione a bassa frequenza.
Esso può creare schermi interattivi fino a 100 pollici.
Qui potrete trovare tante informazioni aggiornate sul Digital Signage
P.S. Se non vi piace la mia definizione di Retail Marketing:
"Il termine inglese ''retailing'' traduce ciò che in italiano definiamo “attività di distribuzione commerciale al dettaglio”; di conseguenza, il Retail Marketing altro non è che l’insieme delle strategie e delle tattiche di marketing attinenti alla gestione del punto vendita e mirate ad incrementarne il business aziendale.
Il retail marketing può integrare anche moderne tecniche di Marketing non convenzionale quali il marketing di prossimità (proximity marketing) e contribuire a progetti complessi di marketing multi canale.
Recentemente si è cominciato a posizionare nei punti vendita anche strumenti interattivi digitali di nuova generazione (digital signage) che permettono un approccio più personalizzato e complesso con il cliente, oltre che veicolare i messaggi promozionali in maniera multi mediale. "
vi ricordo che Wikipedia vi permette di modificarla, anche inserendo link interni ed esterni...
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retail 2.0,
retail marketing
November 16, 2008
Con TrialX.org sei più vicino alla ricerca clinica che ti riguarda..
Nell'ambito del mega-progetto Google Health, di cui ho scritto qui, si inseriscono attività specifiche di non trascurabile rilievo dal punto di vista sociologico e scientifico.
Una di queste è TrialX che ha come obbiettivo dichiarato quello di mettere in contatto i pazienti con chi fa ricerca clinica su patologie che li riguardano direttamente.
Negli USA molti medici di medicina generale hanno già aderito a google health e i dati medici dei loro pazienti (dopo dovuto consenso informato) sono caricati sul profilo medico di google health.
Con il tool di TrialX il paziente potrà in pochi secondi (quanti ne servono per attivare l'account) ricervere informazioni dettagliate sui trials autorizzati dal F.D.A., conclusi o in corso, che li riguardano. Il matching avviente ovviamente attraverso l'analisi delle parole chiave sul loro profilo e riguarda sia la patologia (psoriasi, incontinenza, diabete) sia i farmaci in uso e le loro classi (sinvastatina o anti ipertensivi).
Il paziente può raffinare la ricerca e stampare i dati per discuterne con il proprio medico di fiducia nel successivo consulto.
Come al solito ci troviamo di fronte ad uno strumento che si presta a molte critiche...
Le più importanti non sono quelle sulla privacy (che io reputo un mito del passato) ma sulla capacità da parte di "profani" di gestire informazioni tecniche molto complesse senza una adeguata preparazione teorica.
Ci saranno sicuramente difficoltà da parte dei sanitari a spiegare che molti trials, anche quando si concludono positivamente (e magari anche con significatività statistica) non entrano immediatamente a far parte delle linee guida per una corretta pratica clinica basata sull'evidenza.
Ma il mercato dell'informazione medica è avido come nessun altro.
Ormai più del 75% dei pazienti cerca su internet informazioni sui propri sintomi prima di consultare un medico.
In Italia siamo molto lontani da tutto questo, anche se molte regioni hanno già prototipi funzionanti di cartelle cliniche personali sul chip del tesserino sanitario.
Guardiamo dall'altra sponda dell'oceano con il solito mix di meraviglia ed orrore..
Sulla questa pagina del sito potrete trovare informazioni su oltre
Una di queste è TrialX che ha come obbiettivo dichiarato quello di mettere in contatto i pazienti con chi fa ricerca clinica su patologie che li riguardano direttamente.
Negli USA molti medici di medicina generale hanno già aderito a google health e i dati medici dei loro pazienti (dopo dovuto consenso informato) sono caricati sul profilo medico di google health.
Con il tool di TrialX il paziente potrà in pochi secondi (quanti ne servono per attivare l'account) ricervere informazioni dettagliate sui trials autorizzati dal F.D.A., conclusi o in corso, che li riguardano. Il matching avviente ovviamente attraverso l'analisi delle parole chiave sul loro profilo e riguarda sia la patologia (psoriasi, incontinenza, diabete) sia i farmaci in uso e le loro classi (sinvastatina o anti ipertensivi).
Il paziente può raffinare la ricerca e stampare i dati per discuterne con il proprio medico di fiducia nel successivo consulto.
Come al solito ci troviamo di fronte ad uno strumento che si presta a molte critiche...
Le più importanti non sono quelle sulla privacy (che io reputo un mito del passato) ma sulla capacità da parte di "profani" di gestire informazioni tecniche molto complesse senza una adeguata preparazione teorica.
Ci saranno sicuramente difficoltà da parte dei sanitari a spiegare che molti trials, anche quando si concludono positivamente (e magari anche con significatività statistica) non entrano immediatamente a far parte delle linee guida per una corretta pratica clinica basata sull'evidenza.
Ma il mercato dell'informazione medica è avido come nessun altro.
Ormai più del 75% dei pazienti cerca su internet informazioni sui propri sintomi prima di consultare un medico.
In Italia siamo molto lontani da tutto questo, anche se molte regioni hanno già prototipi funzionanti di cartelle cliniche personali sul chip del tesserino sanitario.
Guardiamo dall'altra sponda dell'oceano con il solito mix di meraviglia ed orrore..
Sulla questa pagina del sito potrete trovare informazioni su oltre
- 13,000+ ongoing clinical trials approved by the US FDA
- 8000+ clinical trial investigators
- 1500+ and counting participants matched to clinical trials
Smob: La via per il web semantico passa per il microblogging?
Da quando ho conosciuto Matteo Brunati (aka Dagoneye), l'idea che un web semantico sia dietro l'angolo non mi ha più abbandonato.
Adesso ho anche la certezza che la via per il web semantico passi necessariamente per il microblogging.
Alla faccia di quegli stupidi ed ottusi giornalisti web 1.0 che credono nella favola del social networking come "roba da sfigati".
Vi propongo quindi una magnifica presentazione sull'argomento realizzata da Alexandre Passant:
e l'articolo di Matteo sul Microblogging decentralizzato, che ci permetterà di riappropriarci dei nostri metadati e dei contatti virtuali.
Adesso ho anche la certezza che la via per il web semantico passi necessariamente per il microblogging.
Alla faccia di quegli stupidi ed ottusi giornalisti web 1.0 che credono nella favola del social networking come "roba da sfigati".
Vi propongo quindi una magnifica presentazione sull'argomento realizzata da Alexandre Passant:
e l'articolo di Matteo sul Microblogging decentralizzato, che ci permetterà di riappropriarci dei nostri metadati e dei contatti virtuali.
November 12, 2008
Campagna Nazionale per la Diagnosi e la Cura di Emorroidi e Stipsi
In programma dal 10 al 14 novembre 2008, l’iniziativa prevede la possibilità, per tutti coloro che soffrono di forme più o meno gravi di stipsi e di disturbi emorroidari, di sottoporsi ad una visita specialistica gratuita in oltre 100 centri specializzati in tutta Italia tra ospedali, cliniche e studi medici.
Per ricevere informazioni sul centro più vicino cui rivolgersi per la prenotazione della visita gratuita è possibile telefonare al Numero Verde 800.126.731
La stitichezza colpisce in vario grado oltre 4 milioni di Italiani (le donne 3 volte più degli uomini).
Numeri simili per i disturbi emorroidari.
La Diagnosi e la Visita La maggior parte dei pazienti colpiti da stitichezza cronica è convinta che non ci sia una soluzione ai propri problemi e raramente consulta uno specialista. I medici di famiglia vedono ogni giorno 2 o 3 pazienti affetti da disbiosi intestinale, sindrome da malassorbimento intestinale, stipsi croniche ma spesso non suggeriscono protocolli adeguati per risolvere i problemi alla causa.
Guarire è possibile invece, e numerosi specialisti dovrebbero essere in grado di suggerire le adeguate misure dietetiche, di stile di vita, e terapeutiche per far fronte al problema.
Il colon-proctologo, il gastroenterologo, l'internista sono gli specialisti di elezione per questo tipo di patologie. Anche gli Osteopati si occupano con successo di problematiche viscerali e sono in grado di fornire ai pazienti un approccio meno aggressivo rispetto alla medicina tradizionale.
L’ecosistema intestinale
E' vitale per la salute dell’uomo [1] ed è composto dalla mucosa e dalla microflora intestinale.
Gli organismi presenti all'interno del nostro intestino sono diverse centinaia di specie diverse appartenenti al gruppo dei batteri, dei virus, dei miceti.
Questi organismi interagiscono moltissimo con le cellule della parete intestinale, alcune volte con un esito favorevole alla nostra salute, altre volte provocando o esacerbando patologie.
La composizione e gli scambi energetici che avvengono nel nostro intestino sono il frutto di complessi equilibri fisico-chimici.
Noi possiamo intervenire per restaurare un equilibrio favorevole alla nostra salute attraverso la somministrazione probiotici e prebiotici [2]. Questi ultimi sono stati concettualizzati nel 1995 da M. Roberfroid e da G. Gibson [3].
Questi autori definiscono i prebiotici come "ingredienti alimentari non digeribili e benefici per l'ospite grazie alla stimolazione selettiva della crescita e/o dell'attività di uno o di un numero limitato di specie batteriche già presenti nel colon, dimostrando anche un miglioramento della salute dell’ospite” [3]. I fructani, costituiti da fruttosio polimerizzato, non sono digeribili dagli enzimi umani ma grazie alla fructosidase dei batteri intestinali endogeni chiamati bifido batteri.
Questi utilizzano i fructani come fonte energetica [4].
Questi polimeri di fruttosio sono prodotti in abbondanza da alcune piante della famiglia delle Asteraceae che possiedono l’enzima fructosiltransferasi in grado di sintetizzarli. Fanno parte di questa famiglia il dente di leone (Taraxacum officinale), il topinambour (Helianthus tuberosus), il carciofo (Cynara scolimus) e la cicoria (Cichorium intybus) [5]. L’inulina, polimero di fruttosio proveniente dalle radici di cicoria, rappresenta la fonte maggiore di prebiotici utilizzati oggi per l’alimentazione umana [6].
Secondo i dati sperimentali attuali, ottenuti sull'animale e sull'uomo, gli oligosaccaridi alimentari (le catene più corte d'inulina sono notoriamente chiamate oligofuttosio) e "intervengono nella fisiologia dei vari tipi cellulari intestinali (produzione di mucine, divisione cellulare, funzione delle cellule immunitarie, trasporto ionico) e anche all’esterno del tratto gastro-intestinale (sintesi ormonale, metabolismo dei lipidi e degli idrati di carbonio)” [7]. Il loro apporto nell’alimentazione è favorevole all’ecosistema intestinale il cui equilibrio e funzionamento sono messi a dura prova da abitudini alimentari scorrette. Numerosi studi sottolineano un legame fra ecosistema intestinale squilibrato e alcune patologie o funzioni biologiche come:
- l’interazione fra sistema immunitario e batteri patogeni [8] - alcune malattie intestinali infiammatorie, quali il morbo di Crohn e la recto-colite ulcero emorragica [9]
- la regolarità del transito intestinale [10]
- la steatoepatite (fegato grasso) [11]
- l’equilibrio lipidico nei soggetti dislipemici e obesi [12] – la funzione endocrina intestinale nei meccanismi di sazietà relativamente a certi ormoni digestivi come il GLP-1 intestinale e la grelina gastrica [13].
- l’assorbimento intestinale del magnesio e del calcio [14], [15] – l’espressione della proteina ciclo-ossigenasi 2 (COX-2) che favorisce le reazioni infiammatorie [16].
1. Ouwehand, A.C., et al., Prebiotics and other microbial substrates for gut functionality. Curr Opin Biotechnol, 2005. 16(2): p. 212-7.
2. Tannock, G.W., Molecular methods for exploring the intestinal ecosystem. Br J Nutr, 2002. 87 Suppl 2: p. S199-201.
3. Gibson, G.R. and M.B. Roberfroid, Dietary modulation of the human colonic microbiota: introducing the concept of prebiotics. J Nutr, 1995. 125(6): p. 1401-12.
4. Ritsema, T. and S. Smeekens, Fructans: beneficial for plants and humans. Curr Opin Plant Biol, 2003. 6(3): p. 223-30.
5. Van den Ende, W., et al., Cloning, developmental, and tissue-specific expression of sucrose:sucrose 1-fructosyl transferase from Taraxacum officinale. Fructan localization in roots. Plant Physiol, 2000. 123(1): p. 71-80.
6. Stevens, C.V., A. Meriggi, and K. Booten, Chemical modification of inulin, a valuable renewable resource, and its industrial applications. Biomacromolecules, 2001. 2(1): p. 1-16.
7. Delzenne, N.M., Oligosaccharides: state of the art. Proc Nutr Soc, 2003. 62(1): p. 177-82.
8. Manning, T.S. and G.R. Gibson, Microbial-gut interactions in health and disease. Prebiotics. Best Pract Res Clin Gastroenterol, 2004. 18(2): p. 287-98.
9. Guarner, F., Microecology as a target for therapeutic intervention in inflammatory bowel disease. IDrugs, 2003. 6(9): p. 868-73.
10. Tokunaga, T., Novel physiological function of fructooligosaccharides. Biofactors, 2004. 21(1-4): p. 89-94.
11. Daubioul, C.A., et al., Effects of oligofructose on glucose and lipid metabolism in patients with nonalcoholic steatohepatitis: results of a pilot study. Eur J Clin Nutr, 2005.
12. Balcazar-Munoz, B.R., E. Martinez-Abundis, and M. Gonzalez-Ortiz, [Effect of oral inulin administration on lipid profile and insulin sensitivity in subjects with obesity and dyslipidemia]. Rev Med Chil, 2003. 131(6): p. 597-604.
13. Cani, P.D., C. Dewever, and N.M. Delzenne, Inulin-type fructans modulate gastrointestinal peptides involved in appetite regulation (glucagon- like peptide-1 and ghrelin) in rats. Br J Nutr, 2004. 92(3): p. 521-6.
14. Coudray, C., C. Demigne, and Y. Rayssiguier, Effects of dietary fibers on magnesium absorption in animals and humans. J Nutr, 2003. 133(1): p. 1-4.
15. Roberfroid, M.B., J. Cumps, and J.P. Devogelaer, Dietary chicory inulin increases whole-body bone mineral density in growing male rats. J Nutr, 2002. 132(12): p. 3599-602.
16. Cavin, C., et al., Inhibition of the expression and activity of cyclooxygenase-2 by chicory extract. Biochem Biophys Res Commun, 2005. 327(3): p. 742-9.
November 01, 2008
Marketing dei Probiotici
I probiotici questi sconosciuti. Avrei dovuto intitolare così questo articolo. Infatti a fronte di milioni di confezioni vendute ogni mese di questi prodotti considerati "integratori alimentari" e non necessitanti di ricetta medica c'è una diffusa ignoranza sull'argomento.
Nell'immagine i villi intestinali, un ecosistema complesso dove vivono centinaia di micro organismi diversi
Vorremmo contribuire a fare un pò di luce sull'argomento parlando descrivendo il mercato dei probiotici e fornendo alcune considerazioni sul loro uso:
Numerosi lavori scientifici hanno dimostrato l'efficacia clinica di alcuni ceppi probiotici nel trattamento di patologie intestinali come coliti allergie e pseudo allergie alimentari, diverticoliti e morbo di Chron.Il tratto gastro-intestinale è un ecosistema complesso che ospita decine, se non centinaia di organismi diversi, con esigenze nutrizionali diverse. La nostra alimentazione quotidiana condiziona lo sviluppo di questo ecosistema promuovendo una popolazione di tipo anaerobia o una popolazione aerobia, batteri “innocui” o addirittura favorevoli al mantenimento di una condizione di salute oppure altri decisamente patogeni.
Anche lieviti e funghi sono normalmente presenti nel nostro intestino ma diventano causa di problemi e addirittura patologie quando prendono il sopravvento su quelli “buoni”.
E’ il caso di una terapia con antibiotici, magari aggressiva e prolungata.
In questo caso batteri come i Clostridi e miceti come la Candida possono prendere il sopravvento sugli altri e scatenare una parassitosi.
Un segnale che "qualcosa è cambiato" nel nostro intestino e quindi nell'organismo, è il caratteristico odore forte e maleodorante delle feci, oltre al colore e consistenza modificati, il tipico gonfiore addominale che si accentua verso sera, la flatulenza eccessiva.
Questi “fastidi” nel tempo possono evolvere verso reali patologie non solo a carico del tratto gastro intestinale (colite pseudo membranosa) ma anche della pelle (dermatiti atopiche) delle articolazioni (artrite psoriasica), e del sistema nervoso.
Il concetto di intestino permeabile o “leaky gut” in Inglese vuole indicare una situazione in cui le normale barriera intestinale è alterata, le giunzioni serrate tra gli enterociti hanno ceduto e numerose sostanze non digerite o parzialmente digerite derivanti dall’alimentazione entrano nei tessuti sottoendoteliali e raggiungono il circolo sanguigno.
Ripristinare la barriera intestinale è un processo lungo e complesso che ha come fondamento la rifondazione di un ecosistema intestinale eubiotico.
Le tappe fondamentali di questo processo sono così descritte dalla medicina funzionale:
1) rimozione dalla dieta di sostanze favorenti la disbiosi(come gli zuccheri semplici nelle parassitosi da Candida o i latticini nelle intolleranze al lattosio)
2) somministrazione di probiotici per la reinoculazione della flora “normale”;
3) rimpiazzare o incrementare l’attività enzimatica con enzimi vegetali o sali biliari di origine animale;
4) aiutare la riparazione delle microlesioni dell’endotelio intestinale con un adeguato apporto di omega 3; gli omega 3 promuoveranno anche una migliore fluidità delle membrane intestinali ed una ottimale modulazione dei segnali infiammatori e immunitari;
5) sostenere il nutrimento degli enterociti con prebiotici come l’inulina e i frutto oligo saccaridi che verranno trasfomati dalla flora batterica in acidi grassi a catena corta SCFA (fonte per il 70% dell’energia degli enterociti).
In alcuni casi occorreranno settimane o mesi per vincere questa battaglia ma il premio sarà una condizione di equilibrio generale e di salute che ormai la maggior parte dei soggetti ha solo come ricordo.
Il mercato dei probiotici in Italia è fortemente influenzato dai farmacisti.
Sebbene molti medici di medicina generale e specialisti suggeriscono l’uso di probiotici da soli o in associazioni a farmaci e suggerimenti dietetici il processo finale d’acquisto è guidato dal famacista o è frutto di auto prescrizione e acquisto in supermercati e para-farmacie. l’automedicazione nel settore dei probiotici rappresenta almeno un terzo del mercato. Un elemento sconfortante è il fatto che le terapie solitamente non superano i 7 giorni, condizionando severamente il risultato terapeutico.
I consumatori andrebbero educati per comprendere che una somministrazione prolungata è indispensabile per ripristinale la normale flora batterica intestinale, specialmente in patologie come la sindrome dell’intestino irritabile IBS o le disbiosi da terapie antibiotiche.
Nell’acquisto sembra esserci una barriera psicologica di prezzo intorno ai 15 euro. I pazienti, non riconoscendo ai probiotici un grande effetto terapeutico non sono disposti a spendere più di questa cifra.
In questo caso la domanda ha condizionato l’offerta che si è adeguata proponendo confezioni per la durata di pochi giorni o tenendo basso il dosaggio dei batteri.
La barriera psicologica di prezzo è sostenuta dalle povere aspettative sui risultati, che derivano da campagne televisive dis-informanti in cui i probiotici vengono proposti a dosaggi bassissimi.
La maggior parte dei consumatori e,cosa ancor più grave, dei medici e farmacisti, ignora composizione e dosaggio dei batteri nei prodotti probiotici.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra le differenti specie microbiche e la loro importanza relativa nel mantenimento della salute intestinale.
Molte formulazioni in commercio non dichiarano nemmeno la composizione dei loro prodotti nè il numero di batteri (CFU unità formanti colonie) per porzione.
Alcune volte sono usate miscele indeterminate di batteri (Geymonat’s Lactomaior) e/o non una parola viene spesa per definire la loro quantità (OTI’s Probioti).
Le frequenti pubblicità in televisione hanno aumentato la confusione suggerendo il concetto che bassi dosaggi di probiotici a caso posso
migliorare lo stato di salute.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra probiotici di origine batterica e fermenti di origine fungina (lieviti) I probiotici più usati come “Enterogermina” (Bacillus clausii) and Bio Enterum (Lactobacillus sporogens), non contengono gli organismi della flora intestinale “normale” e vengono ustati in media per soli 5-7 giorni.
La maggior parte delle aziende produttrici sa bene che concentrazioni maggiori sono necessarie per un’effetto terapeutico e suggeriscono fino a 9 capsule al giorno.
Alcuni prodotti a base di probiotici contengono anche integratori come Vit B complex, Fos, Inulina. Ci sono 500 mg of L glutammine nel prodotto della Bracco “Flortec”.
In molti casi i consumatori né i farmacist non comprendono il significato di questi integratori.
Per esempio L-glutammina è un ottimo integratore per la produzione degli acidi nucleici negli enterociti, Gli eneterociti hanno un ricambio molto rapido (l’intera popolazione del colon cambia ogni 5 giorni circa).
Ma i consumatori sono più intressati agli aromi delle formulazioni e ai colori delle confezioni.
per esempio il “Lactomaior” della Geymonat ottiene molte preferenze per il suo gusto di cioccolato.
Le formulazioni da bere sono molto apprezzate proprio pechè non sanno di niente.
In conclusione i probiotici sono completamente sconosciuti, usati male e poco.
Il loro ruolo nel mantenimento della salute intestinale sarà compreso solo se ci porremo di fronte alla questione del mantenimento della Eubiosi con un approccio serio.
In tutto ciò la responsabilità è così ripartita:
- le aziende dovrebbero proporre solo preparati “decenti”;
- i medici dovrebbero aprirsi di più nei confronti della medicina funzionale e prescrivere con meno disinvoltura gli antibiotici;
- i farmacisti dovrebbero suggerire solo prodotti “decenti”;
- i consumatori dovrebbero svegliarsi un po’ e informarsi di più;la commissione di vigilanza sulla pubblicità dovrebbe impedire messaggi promozionali “ingannevoli” anche se provengono da potentissimen multinazionali dei prodotti caseari.
Nell'immagine i villi intestinali, un ecosistema complesso dove vivono centinaia di micro organismi diversi
Vorremmo contribuire a fare un pò di luce sull'argomento parlando descrivendo il mercato dei probiotici e fornendo alcune considerazioni sul loro uso:
Numerosi lavori scientifici hanno dimostrato l'efficacia clinica di alcuni ceppi probiotici nel trattamento di patologie intestinali come coliti allergie e pseudo allergie alimentari, diverticoliti e morbo di Chron.Il tratto gastro-intestinale è un ecosistema complesso che ospita decine, se non centinaia di organismi diversi, con esigenze nutrizionali diverse. La nostra alimentazione quotidiana condiziona lo sviluppo di questo ecosistema promuovendo una popolazione di tipo anaerobia o una popolazione aerobia, batteri “innocui” o addirittura favorevoli al mantenimento di una condizione di salute oppure altri decisamente patogeni.
Anche lieviti e funghi sono normalmente presenti nel nostro intestino ma diventano causa di problemi e addirittura patologie quando prendono il sopravvento su quelli “buoni”.
E’ il caso di una terapia con antibiotici, magari aggressiva e prolungata.
In questo caso batteri come i Clostridi e miceti come la Candida possono prendere il sopravvento sugli altri e scatenare una parassitosi.
Un segnale che "qualcosa è cambiato" nel nostro intestino e quindi nell'organismo, è il caratteristico odore forte e maleodorante delle feci, oltre al colore e consistenza modificati, il tipico gonfiore addominale che si accentua verso sera, la flatulenza eccessiva.
Questi “fastidi” nel tempo possono evolvere verso reali patologie non solo a carico del tratto gastro intestinale (colite pseudo membranosa) ma anche della pelle (dermatiti atopiche) delle articolazioni (artrite psoriasica), e del sistema nervoso.
Il concetto di intestino permeabile o “leaky gut” in Inglese vuole indicare una situazione in cui le normale barriera intestinale è alterata, le giunzioni serrate tra gli enterociti hanno ceduto e numerose sostanze non digerite o parzialmente digerite derivanti dall’alimentazione entrano nei tessuti sottoendoteliali e raggiungono il circolo sanguigno.
Ripristinare la barriera intestinale è un processo lungo e complesso che ha come fondamento la rifondazione di un ecosistema intestinale eubiotico.
Le tappe fondamentali di questo processo sono così descritte dalla medicina funzionale:
1) rimozione dalla dieta di sostanze favorenti la disbiosi(come gli zuccheri semplici nelle parassitosi da Candida o i latticini nelle intolleranze al lattosio)
2) somministrazione di probiotici per la reinoculazione della flora “normale”;
3) rimpiazzare o incrementare l’attività enzimatica con enzimi vegetali o sali biliari di origine animale;
4) aiutare la riparazione delle microlesioni dell’endotelio intestinale con un adeguato apporto di omega 3; gli omega 3 promuoveranno anche una migliore fluidità delle membrane intestinali ed una ottimale modulazione dei segnali infiammatori e immunitari;
5) sostenere il nutrimento degli enterociti con prebiotici come l’inulina e i frutto oligo saccaridi che verranno trasfomati dalla flora batterica in acidi grassi a catena corta SCFA (fonte per il 70% dell’energia degli enterociti).
In alcuni casi occorreranno settimane o mesi per vincere questa battaglia ma il premio sarà una condizione di equilibrio generale e di salute che ormai la maggior parte dei soggetti ha solo come ricordo.
Il mercato dei probiotici in Italia è fortemente influenzato dai farmacisti.
Sebbene molti medici di medicina generale e specialisti suggeriscono l’uso di probiotici da soli o in associazioni a farmaci e suggerimenti dietetici il processo finale d’acquisto è guidato dal famacista o è frutto di auto prescrizione e acquisto in supermercati e para-farmacie. l’automedicazione nel settore dei probiotici rappresenta almeno un terzo del mercato. Un elemento sconfortante è il fatto che le terapie solitamente non superano i 7 giorni, condizionando severamente il risultato terapeutico.
I consumatori andrebbero educati per comprendere che una somministrazione prolungata è indispensabile per ripristinale la normale flora batterica intestinale, specialmente in patologie come la sindrome dell’intestino irritabile IBS o le disbiosi da terapie antibiotiche.
Nell’acquisto sembra esserci una barriera psicologica di prezzo intorno ai 15 euro. I pazienti, non riconoscendo ai probiotici un grande effetto terapeutico non sono disposti a spendere più di questa cifra.
In questo caso la domanda ha condizionato l’offerta che si è adeguata proponendo confezioni per la durata di pochi giorni o tenendo basso il dosaggio dei batteri.
La barriera psicologica di prezzo è sostenuta dalle povere aspettative sui risultati, che derivano da campagne televisive dis-informanti in cui i probiotici vengono proposti a dosaggi bassissimi.
La maggior parte dei consumatori e,cosa ancor più grave, dei medici e farmacisti, ignora composizione e dosaggio dei batteri nei prodotti probiotici.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra le differenti specie microbiche e la loro importanza relativa nel mantenimento della salute intestinale.
Molte formulazioni in commercio non dichiarano nemmeno la composizione dei loro prodotti nè il numero di batteri (CFU unità formanti colonie) per porzione.
Alcune volte sono usate miscele indeterminate di batteri (Geymonat’s Lactomaior) e/o non una parola viene spesa per definire la loro quantità (OTI’s Probioti).
Le frequenti pubblicità in televisione hanno aumentato la confusione suggerendo il concetto che bassi dosaggi di probiotici a caso posso
migliorare lo stato di salute.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra probiotici di origine batterica e fermenti di origine fungina (lieviti) I probiotici più usati come “Enterogermina” (Bacillus clausii) and Bio Enterum (Lactobacillus sporogens), non contengono gli organismi della flora intestinale “normale” e vengono ustati in media per soli 5-7 giorni.
La maggior parte delle aziende produttrici sa bene che concentrazioni maggiori sono necessarie per un’effetto terapeutico e suggeriscono fino a 9 capsule al giorno.
Alcuni prodotti a base di probiotici contengono anche integratori come Vit B complex, Fos, Inulina. Ci sono 500 mg of L glutammine nel prodotto della Bracco “Flortec”.
In molti casi i consumatori né i farmacist non comprendono il significato di questi integratori.
Per esempio L-glutammina è un ottimo integratore per la produzione degli acidi nucleici negli enterociti, Gli eneterociti hanno un ricambio molto rapido (l’intera popolazione del colon cambia ogni 5 giorni circa).
Ma i consumatori sono più intressati agli aromi delle formulazioni e ai colori delle confezioni.
per esempio il “Lactomaior” della Geymonat ottiene molte preferenze per il suo gusto di cioccolato.
Le formulazioni da bere sono molto apprezzate proprio pechè non sanno di niente.
In conclusione i probiotici sono completamente sconosciuti, usati male e poco.
Il loro ruolo nel mantenimento della salute intestinale sarà compreso solo se ci porremo di fronte alla questione del mantenimento della Eubiosi con un approccio serio.
In tutto ciò la responsabilità è così ripartita:
- le aziende dovrebbero proporre solo preparati “decenti”;
- i medici dovrebbero aprirsi di più nei confronti della medicina funzionale e prescrivere con meno disinvoltura gli antibiotici;
- i farmacisti dovrebbero suggerire solo prodotti “decenti”;
- i consumatori dovrebbero svegliarsi un po’ e informarsi di più;la commissione di vigilanza sulla pubblicità dovrebbe impedire messaggi promozionali “ingannevoli” anche se provengono da potentissimen multinazionali dei prodotti caseari.
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