September 28, 2015

TESTO INTERVENTO SU INTESTINO E CEFALEE

“Equilibrio dell’ecosistema intestinale e cefalee” Congresso «Nutrizione Cibi ed Emicrania»
Roma 26 Settembre 2015 – IRCCS San Raffaele Pisana
Dott. Maurizio Salamone, biologo –resposabile scientifico Metagenics Italia srl
I rapporti intercorrenti tra l’ecosistema intestinale e patologie complesse e disabilitanti come le cefalee non sono ancora adeguatamente studiati.
L’equilibrio del sistema intestinale dipende da variabili non modificabili (predisposizioni genetiche) e da variabili modificabili come dieta, attività fisica e gestione dello stress.
Gli stili di vita comprendono fattori modificabili che possono essere causa diretta o fattori scatenanti di alcuni tipi di cefalea.
Un esempio è costituito dall’uso di alcolici in grado di provocare cefalea secondaria da uso di sostanza o da agire come trigger o fattore scatenante per una cefalea primaria di tipo emicranico.
Per definizione l’emicrania è una cefalea primaria quindi non esiste un rapporto causa/effetto diretto con nessun alimento.
Molte sostanze di origine alimentare possono tuttavia aumentare la probabilità che un soggetto emicranico sviluppi un attacco nel breve periodo (solitamente <48 br="" ore=""> Sebbene alcuni fattori scatenanti siano stati ben descritti in studi epidemiologici (per es., mestruazioni) e clinici (cioccolato e aspartame), il legame causale nel singolo paziente può risultare difficile o non sempre confermato.
Il trattamento farmacologico personalizzato, fatto dopo una corretta diagnosi è fondamentale per affrontare efficacemente emicrania e altre cefalee. Talvolta però il trattamento farmacologico, soprattutto in automedicazione,  è abusato e crea problemi. In questo caso può essere strategicamente vincente consigliare al paziente di focalizzare l’attenzione sulle modifiche dello stile di vita e nel contempo limitare l’overuse
L’Attacco emicranico viene preceduto da una serie di prodromi di tipo neuropsichiatrico e sistemico.
Semplici accorgimenti legati allo stile di vita possono essere di grande aiuto.
-        Evita digiuni e non saltare i pasti
-        Evita alimenti trigger (fattori scatenanti)
-        Svolgi attività fisica regolare
-        Evita l’abuso di farmaci, alcol, caffè
-        Inizia una pratica per gestire lo stress
-        Assicurati di dormire bene e a sufficienza
-        Bevi acqua a sufficienza
-        Integra la dieta con nutraceutici di qualità
Nella lista seguente troviamo i principali alimenti in grado di agire DIRETTAMENTE come fattori scatenanti per un attacco emicranico, ma l’oggetto della mia presentazione è di mettere in evidenza come l’ecosistema intestinale può influenzare le cefalee mediando gli input ambientali.
Fonti di Instamina                                        à Liberazione di NO
-        Frutti di Mare
Fonti di Tiramina                                          à Liberazione di CGRP
-        Vino rosso
-        Formaggi stagionati
-        Pesci affumicati
-        Fichi
-        Fagioli
-        Agrumi
-        Avocado
-        Banane
-        Cipolle
Nitriti/Nitrati                                                  à Liberazione di NO
-        Insaccati, vino
Fonti di Acidi grassi proinfiammatori à  Aumento infiammazione
-        Noci e nocciole
I Dati in letteratura per il  glutammato sono contrastanti. Una recente metanalisi sembra escluderlo come trigger ma le frequenti segnalazioni di cefalee associate all’assunzione di glutammato, che si accompagnano anche a sintomi non classici dell’attacco emicranico sembrano posizionarlo come causa scatenante di cefalea secondaria all’uso di sostanze.
Il cioccolato sembra correlarsi all’emicrania non come causa scatenante bensì come un desiderio di alimenti frequente nelle fasi prodromiche dell’attacco.
La moderna medicina funzionale adotta un approccio ecosistemico in grado di spiegare meglio il funzionamento e le connessioni reciproche dei principali sistemi funzionali dell’organismo. L’ecosistema intestinale è uno di questi.
I sistemi omeostatici si influenzano a vicenda in maniera rilevante.
Vediamo adesso quali sono le componenti funzionali dell’’ecosistema intestinale e come questi componenti possano condizionare la salute intestinale e generale.
Cominciamo dal microbiota intestinale che ospita non solo batteri ma anche funghi e virus.
Il microbiota che ospitiamo nell’intestino possiede 3,5 milioni di geni codificanti.
L’azione biologica sull’ospite della maggior parte dei metaboliti simbionti non è ancora stata studiata.
L’azione dei nutrienti, delle sostanze bioattive, dei farmaci, delle tossine batteriche, delle sostanze chimiche ambientali sul nostro ecosistema intestinale viene comunicata al nostro cervello cefalico attraverso il cosiddetto asse intestino cervello.
La comunicazione è bidirezionale  ed in grado di influenzare il nostro umore, senso di benessere, reattività agli stimoli dolorosi. E il microbiota compare adesso come una componente attiva dell’asse intestino cervello.
I rapporti «diplomatici e di scambio» con l’esterno (che è dentro di noi) sono gestiti dalle barriere come quella intestinale, la barriera ematoencefalica e la cute.
Le barriere instaurano una permeabilità selettiva che favorisce il passaggio di alcune sostanze bloccando invece l’ingresso di patogeni e grosse molecole con capacità antigenica. L’importanza della permeabilità intestinale è stata per molto tempo sottovalutata fino a quando il Prof. Alessio Fasano ha scoperto alcune proteine costituenti delle giunzioni serrate e ha posto le basi per la comprensione dei meccanismi di regolazione della permeabilità intestinale. Adesso eminenti gastroenterologi la considerano  un obiettivo terapeutico prioritario  e indispensabile per il progresso della gastroenterologia (Prof. Antoio Gasbarrini 2014).
La disregolazione della permeabilità intestinale può originarsi da uno o più dei livelli funzionali.
Un esempio di attività disregolante è  quella svolta delle terapie antibiotiche sui batteri del lume intestinale. Gli effetti disbiotici di un trattamento si possono constatare anche dopo settimane dalla conclusione del trattamento
I nutrienti esercitano un effetto importante di regolazione nei confronti dei livelli funzionali dell’ecosistema intestinale agendo su: produzione di muco, integrità degli enterociti, qualità del sistema giunzionale e infine sull’equilibrio del microbiota.
Gran parte della disinformazione osservabile oggi in campo nutrizionale deriva dall’ignoranza sul ruolo dei nutrienti.
Il ruolo di fonte energetica (aspetto quantitativo) degli alimenti e la proporzione tra i macronutrienti che compongono la dieta sembrano essere per molti l’unico oggetto di attenzione.
L’essere umano non è una bomba calorica ma un complesso sistema biologico in cui i  nutrienti sono anche
-        Elementi di costruzione per la biosintesi cellulare e tissutale
-        Elementi in grado di modulare il metabolismo e l’omeostasi sistemica agendo da segnali biologici
-        Segnali epigenetici in grado di accendere e spegnere fino a migliaia di geni contemporaneamente (è il caso della vitamina D).
Vanno inoltre considerati gli effetti dei nutrienti sugli organismi simbionti.
Alcuni micronutrienti sono stati oggetto di studio nella prevenzione ed il trattamento di emicrania e cefalea sia a dosaggi fisiologici che ad alti dosaggi.
Tra questi le sostanze appartenenti al gruppo eterogeneo  delle Vitamine B.
Queste sostanze essenziali, che devono essere introdotte con la dieta, sono anche prodotte dal microbiota e sono implicate in numerosi processi legati alla salute GI e del sistema nervoso (produzione energetica cellulare, cofattori nella sintesi dei neurotrasmettitori).
La B1, B2, B6, B9 e B12 sono ampiamente utilizzate in ambito neurologico.
La vit b 2  figura tra le sostanze utilizzate nella profilassi dell’emicrania con livello di raccomandazione III o IV 
Riboflavina
(400 mg) Livello di evidenza B; Forza scientifica dell’evidenza ++; Valutazione clinica +; Eventi avversi rari, non gravi; Livello di raccomandazione III.**
E’ preferibile utilizzare le forme attive delle Vit. B come ad esempio il 5MTIF piuttosto che l’acido folico. La forma metilata della cobalamina al posto della cianocobalamina; Le forme fosfate di piridossina e riboflavina.
Le forme attive sono: fisiologiche, più biodisponibili e meglio tollerate ad alti dosaggi (es. piridossal fosfato vs. piridossina)
Il magnesio è un minerale cofattore di 350 enzimi la cui carenza molto frequente.
Il magnesio modula l’eccitabilità neuromuscolare, la produzione di neurotrasmenttitori, la produzione di energia e il mantenimento dell’equilibrio ionico di membrana. Il magnesio è un importante modulatore dei recettori NMDA.

L’utilizzo di forme inorganiche determina diarrea alle dosi clinicamente efficaci.
Le forme a maggiore tollerabilità sono i chelati, il glicerofosfato. A seguire altre forme organiche come pidolato e citrato.
Le forme inorganiche come cloruri, ossidi, idrossidi e carbonati superano il 40-70% di effetti indesiderati gastrointestinali.
Oltre ai nutrienti veri e propri ci sono numerose sostanze (la maggior parte delle quali sono estratti vegetali) in grado di esercitare un’azione biologica di tipo regolatoria (segnale metabolico), epigenetico, o di modulare l’attività e l’espressione metabolica del microbiota.
Tra queste sostanze possiamo ricordare i probiotici: organismi vivi e vitali che se forniti in concentrazioni sufficienti sono in grado di superare l’attacco degli acidi gastrici, colonizzare temporaneamente l’intestino ed infine esercitare un ruolo positivo sull’ospite (1).
(1)Definizione del Ministero della salute Italiano- Linee guida italiane sui probiotici (Maggio 2012)
Da un punto di vista generale, sulla base della recente letteratura, si può ritenere che la quantità sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione sia di almeno  109 miliardi di cellule vive per giorno e per persona  adulta. Gli effetti dei probiotici sono ceppo dipendenti e gli effetti di un ceppo non possono estere estesi ad altri.
Le fibre solubili giocano un ruolo importantissimo nell’equilibrio dell’ecosistema intestinale.
Gli acidi grassi a catena corta (SCFA) prodotti dalla digestione batterica nutrono gli enterociti della mucosa intestinale favorendo la regolarità del transito ed un buon trofismo del microbiota.
La glutammina è in grado di modulare la permeabilità intestinale e contribuire alla riparazione delle microlesioni tissutali. La glutammina non agisce  come trigger nell’emicrania e in altri tipi di cefalee.
Il possibile utilizzo dello zenzero nei pazienti emicranici è legato alla sua attività anti emetica e moderatamente antinfiammatoria
L’approccio funzionale alla salute intestinale e generale prevede un’attenzione al controllo dell’infiammazione per prevenire e contrastare la cronicizzazione di livelli infiammatori patologici.
Gli acidi grassi omega 3 sono considerati degli antinfiammatori naturali in grado di garantire, attraverso il controllo della fluidità di membrana, anche una corretta trasmissione dei segnali nervosi e neurochimici.
Il meccanismo d’azione principale è quello di inibire le PG proinfiammatorie e di promuovere PG antinfiammatorie.
La Curcuma è la sostanza naturale più studiata in assoluto in ogni campo della salute umana con oltre 7000 studi clinici negli ultimi 5 anni.Il rizoma contiene il 5% di curcuminoidi di cui la curcumina è il principale, oltre a interessanti oli essenziali.
Le moderne tecniche produttive hanno permesso di ottenere prodotti ad alta biodisponibilità, idrosolubili ed ad alta attività biologica.
Le forme solubilizzate o micellari arrivano a garantire una biodisponibilità di 1350 volte rispetto alla curcuma in polvere e permettono anche una buona compliance.
Gli enzimi digestivi sono una soluzione spesso sottovalutata per aiutare la digestione in maniera naturale. Le nuove formulazioni di origine fungina funzionano già nello stomaco e digeriscono proteine carboidrati e grassi abbassando il potere antigenico degli alimenti.
Il fegato, attraverso  la sua funzione di centrale di controllo metabolico e con l’azione detossicante, è un importante mediatore nella comunicazione chimica tra i 2 cervelli.
Il fegato è anche la prima vittima di un intestino iperpermeabile.
Un intervento nutraceutico integrativo per la salute del fegato comprende un approccio metabolico, un approccio citoprotettivo nei confronti dell’epatocita e un approccio portale che mira ridurre il carico in arrivo al fegato. Sostanze molto efficaci sono la silimarina e la cinarina, i cofattori degli enzimi di detossicazione e gli elementi di coniugazione come la colina e il NAC

Riassumendo possiamo affermare con certezza che:
1) Occorre una maggiore attenzione ai fattori modificabili degli stili di vita
2) Il cibo può essere nemico o ALLEATO nella lotta a emicranie e cefalee
3) Una integrazione di qualità con nutrienti e sostanze bioattive può favorire l’equilibrio dell’ecosistema intestinale e favorire la salute generale.

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