March 21, 2010

La riforma sanitaria di Obama, rivoluzione postgenomica, e giustizia sociale

Obama si è accorto (ma sembra ancora un caso isolato) che uno stato che non si prende cura della salute di tutti i suoi cittadini non può proporsi come modello mondiale di civiltà e di democrazia .

Specialmente se quello stato spende per la salute circa 7.600 dollari pro capite/anno, ponendosi al primo posto al mondo con un totale di circa 2.400 miliardi di dollari l'anno.
Nonostante questo gli USA lasciano 46 milioni di cittadini senza alcuna assistenza, nemmeno il pronto soccorso o la visita pediatrica. Pessimo esempio di giustizia sociale!!
Ma perfetto esempio di libero mercato: se hai soldi ti curo altrimenti crepi come un animale.




E' certo che bisogna risparmiare sulle spese sanitarie, specialmente in tepo di crisi, ma forse sarebbe ancora meglio rivalutare con attenzione l'attuale allocazione delle risorse.

Le aziende farmaceutiche dovranno certamente stringere un pò la cinghia a favore di interventi nel campo della prevenzione e dell'educazione verso stili di vita più sani.


L'Italia si comporta un pò meglio ma anche noi possiamo fare molto per migliorare.
Attualmente spendiamo per i farmaci rimborsabili (esclusi quindi quelli in fascia C) circa 24 miliardi di euro l'anno ovvero 410 euro per ogni italiano.


A mio parere si potrebbe promuovere meglio la salute di tutti riallocando
parte di questa spesa in:


- Campagne per la prevenzione delle patologie cardiovascolari e dei tumori (principali cause di morte);

- Campagne contro le dipendenze (alcol, droghe, disturbi alimentari);

- Campagne di educazione verso una corretta nutrizione;

- Campagne per stimolare una corretta attività fisica ed una nuova cultura dello sport;



La medicina deve anche rivedere i suoi metodi operativi e gli strumenti di trattamento aprendosi all'approccio funzionale;

Per questo serve il coinvolgimento delle Università e delle scuole di Specializzazione.

Anche il sistema sanitario dovrebbe rivedere le sue considerazioni nei confronti di quegli interventi di prevenzione che dimostrino di essere eficaci dal punto di vista farmacoeconomico.

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