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November 21, 2014
November 12, 2008
Campagna Nazionale per la Diagnosi e la Cura di Emorroidi e Stipsi

In programma dal 10 al 14 novembre 2008, l’iniziativa prevede la possibilità, per tutti coloro che soffrono di forme più o meno gravi di stipsi e di disturbi emorroidari, di sottoporsi ad una visita specialistica gratuita in oltre 100 centri specializzati in tutta Italia tra ospedali, cliniche e studi medici.
Per ricevere informazioni sul centro più vicino cui rivolgersi per la prenotazione della visita gratuita è possibile telefonare al Numero Verde 800.126.731
La stitichezza colpisce in vario grado oltre 4 milioni di Italiani (le donne 3 volte più degli uomini).
Numeri simili per i disturbi emorroidari.
La Diagnosi e la Visita La maggior parte dei pazienti colpiti da stitichezza cronica è convinta che non ci sia una soluzione ai propri problemi e raramente consulta uno specialista. I medici di famiglia vedono ogni giorno 2 o 3 pazienti affetti da disbiosi intestinale, sindrome da malassorbimento intestinale, stipsi croniche ma spesso non suggeriscono protocolli adeguati per risolvere i problemi alla causa.
Guarire è possibile invece, e numerosi specialisti dovrebbero essere in grado di suggerire le adeguate misure dietetiche, di stile di vita, e terapeutiche per far fronte al problema.
Il colon-proctologo, il gastroenterologo, l'internista sono gli specialisti di elezione per questo tipo di patologie. Anche gli Osteopati si occupano con successo di problematiche viscerali e sono in grado di fornire ai pazienti un approccio meno aggressivo rispetto alla medicina tradizionale.
L’ecosistema intestinale
E' vitale per la salute dell’uomo [1] ed è composto dalla mucosa e dalla microflora intestinale.
Gli organismi presenti all'interno del nostro intestino sono diverse centinaia di specie diverse appartenenti al gruppo dei batteri, dei virus, dei miceti.
Questi organismi interagiscono moltissimo con le cellule della parete intestinale, alcune volte con un esito favorevole alla nostra salute, altre volte provocando o esacerbando patologie.
La composizione e gli scambi energetici che avvengono nel nostro intestino sono il frutto di complessi equilibri fisico-chimici.
Noi possiamo intervenire per restaurare un equilibrio favorevole alla nostra salute attraverso la somministrazione probiotici e prebiotici [2]. Questi ultimi sono stati concettualizzati nel 1995 da M. Roberfroid e da G. Gibson [3].
Questi autori definiscono i prebiotici come "ingredienti alimentari non digeribili e benefici per l'ospite grazie alla stimolazione selettiva della crescita e/o dell'attività di uno o di un numero limitato di specie batteriche già presenti nel colon, dimostrando anche un miglioramento della salute dell’ospite” [3]. I fructani, costituiti da fruttosio polimerizzato, non sono digeribili dagli enzimi umani ma grazie alla fructosidase dei batteri intestinali endogeni chiamati bifido batteri.
Questi utilizzano i fructani come fonte energetica [4].
Questi polimeri di fruttosio sono prodotti in abbondanza da alcune piante della famiglia delle Asteraceae che possiedono l’enzima fructosiltransferasi in grado di sintetizzarli. Fanno parte di questa famiglia il dente di leone (Taraxacum officinale), il topinambour (Helianthus tuberosus), il carciofo (Cynara scolimus) e la cicoria (Cichorium intybus) [5]. L’inulina, polimero di fruttosio proveniente dalle radici di cicoria, rappresenta la fonte maggiore di prebiotici utilizzati oggi per l’alimentazione umana [6].
Secondo i dati sperimentali attuali, ottenuti sull'animale e sull'uomo, gli oligosaccaridi alimentari (le catene più corte d'inulina sono notoriamente chiamate oligofuttosio) e "intervengono nella fisiologia dei vari tipi cellulari intestinali (produzione di mucine, divisione cellulare, funzione delle cellule immunitarie, trasporto ionico) e anche all’esterno del tratto gastro-intestinale (sintesi ormonale, metabolismo dei lipidi e degli idrati di carbonio)” [7]. Il loro apporto nell’alimentazione è favorevole all’ecosistema intestinale il cui equilibrio e funzionamento sono messi a dura prova da abitudini alimentari scorrette. Numerosi studi sottolineano un legame fra ecosistema intestinale squilibrato e alcune patologie o funzioni biologiche come:
- l’interazione fra sistema immunitario e batteri patogeni [8] - alcune malattie intestinali infiammatorie, quali il morbo di Crohn e la recto-colite ulcero emorragica [9]
- la regolarità del transito intestinale [10]
- la steatoepatite (fegato grasso) [11]
- l’equilibrio lipidico nei soggetti dislipemici e obesi [12] – la funzione endocrina intestinale nei meccanismi di sazietà relativamente a certi ormoni digestivi come il GLP-1 intestinale e la grelina gastrica [13].
- l’assorbimento intestinale del magnesio e del calcio [14], [15] – l’espressione della proteina ciclo-ossigenasi 2 (COX-2) che favorisce le reazioni infiammatorie [16].
1. Ouwehand, A.C., et al., Prebiotics and other microbial substrates for gut functionality. Curr Opin Biotechnol, 2005. 16(2): p. 212-7.
2. Tannock, G.W., Molecular methods for exploring the intestinal ecosystem. Br J Nutr, 2002. 87 Suppl 2: p. S199-201.
3. Gibson, G.R. and M.B. Roberfroid, Dietary modulation of the human colonic microbiota: introducing the concept of prebiotics. J Nutr, 1995. 125(6): p. 1401-12.
4. Ritsema, T. and S. Smeekens, Fructans: beneficial for plants and humans. Curr Opin Plant Biol, 2003. 6(3): p. 223-30.
5. Van den Ende, W., et al., Cloning, developmental, and tissue-specific expression of sucrose:sucrose 1-fructosyl transferase from Taraxacum officinale. Fructan localization in roots. Plant Physiol, 2000. 123(1): p. 71-80.
6. Stevens, C.V., A. Meriggi, and K. Booten, Chemical modification of inulin, a valuable renewable resource, and its industrial applications. Biomacromolecules, 2001. 2(1): p. 1-16.
7. Delzenne, N.M., Oligosaccharides: state of the art. Proc Nutr Soc, 2003. 62(1): p. 177-82.
8. Manning, T.S. and G.R. Gibson, Microbial-gut interactions in health and disease. Prebiotics. Best Pract Res Clin Gastroenterol, 2004. 18(2): p. 287-98.
9. Guarner, F., Microecology as a target for therapeutic intervention in inflammatory bowel disease. IDrugs, 2003. 6(9): p. 868-73.
10. Tokunaga, T., Novel physiological function of fructooligosaccharides. Biofactors, 2004. 21(1-4): p. 89-94.
11. Daubioul, C.A., et al., Effects of oligofructose on glucose and lipid metabolism in patients with nonalcoholic steatohepatitis: results of a pilot study. Eur J Clin Nutr, 2005.
12. Balcazar-Munoz, B.R., E. Martinez-Abundis, and M. Gonzalez-Ortiz, [Effect of oral inulin administration on lipid profile and insulin sensitivity in subjects with obesity and dyslipidemia]. Rev Med Chil, 2003. 131(6): p. 597-604.
13. Cani, P.D., C. Dewever, and N.M. Delzenne, Inulin-type fructans modulate gastrointestinal peptides involved in appetite regulation (glucagon- like peptide-1 and ghrelin) in rats. Br J Nutr, 2004. 92(3): p. 521-6.
14. Coudray, C., C. Demigne, and Y. Rayssiguier, Effects of dietary fibers on magnesium absorption in animals and humans. J Nutr, 2003. 133(1): p. 1-4.
15. Roberfroid, M.B., J. Cumps, and J.P. Devogelaer, Dietary chicory inulin increases whole-body bone mineral density in growing male rats. J Nutr, 2002. 132(12): p. 3599-602.
16. Cavin, C., et al., Inhibition of the expression and activity of cyclooxygenase-2 by chicory extract. Biochem Biophys Res Commun, 2005. 327(3): p. 742-9.
November 01, 2008
Marketing dei Probiotici
I probiotici questi sconosciuti. Avrei dovuto intitolare così questo articolo. Infatti a fronte di milioni di confezioni vendute ogni mese di questi prodotti considerati "integratori alimentari" e non necessitanti di ricetta medica c'è una diffusa ignoranza sull'argomento.
Nell'immagine i villi intestinali, un ecosistema complesso dove vivono centinaia di micro organismi diversi
Vorremmo contribuire a fare un pò di luce sull'argomento parlando descrivendo il mercato dei probiotici e fornendo alcune considerazioni sul loro uso:
Numerosi lavori scientifici hanno dimostrato l'efficacia clinica di alcuni ceppi probiotici nel trattamento di patologie intestinali come coliti allergie e pseudo allergie alimentari, diverticoliti e morbo di Chron.Il tratto gastro-intestinale è un ecosistema complesso che ospita decine, se non centinaia di organismi diversi, con esigenze nutrizionali diverse. La nostra alimentazione quotidiana condiziona lo sviluppo di questo ecosistema promuovendo una popolazione di tipo anaerobia o una popolazione aerobia, batteri “innocui” o addirittura favorevoli al mantenimento di una condizione di salute oppure altri decisamente patogeni.
Anche lieviti e funghi sono normalmente presenti nel nostro intestino ma diventano causa di problemi e addirittura patologie quando prendono il sopravvento su quelli “buoni”.
E’ il caso di una terapia con antibiotici, magari aggressiva e prolungata.
In questo caso batteri come i Clostridi e miceti come la Candida possono prendere il sopravvento sugli altri e scatenare una parassitosi.
Un segnale che "qualcosa è cambiato" nel nostro intestino e quindi nell'organismo, è il caratteristico odore forte e maleodorante delle feci, oltre al colore e consistenza modificati, il tipico gonfiore addominale che si accentua verso sera, la flatulenza eccessiva.
Questi “fastidi” nel tempo possono evolvere verso reali patologie non solo a carico del tratto gastro intestinale (colite pseudo membranosa) ma anche della pelle (dermatiti atopiche) delle articolazioni (artrite psoriasica), e del sistema nervoso.
Il concetto di intestino permeabile o “leaky gut” in Inglese vuole indicare una situazione in cui le normale barriera intestinale è alterata, le giunzioni serrate tra gli enterociti hanno ceduto e numerose sostanze non digerite o parzialmente digerite derivanti dall’alimentazione entrano nei tessuti sottoendoteliali e raggiungono il circolo sanguigno.
Ripristinare la barriera intestinale è un processo lungo e complesso che ha come fondamento la rifondazione di un ecosistema intestinale eubiotico.
Le tappe fondamentali di questo processo sono così descritte dalla medicina funzionale:
1) rimozione dalla dieta di sostanze favorenti la disbiosi(come gli zuccheri semplici nelle parassitosi da Candida o i latticini nelle intolleranze al lattosio)
2) somministrazione di probiotici per la reinoculazione della flora “normale”;
3) rimpiazzare o incrementare l’attività enzimatica con enzimi vegetali o sali biliari di origine animale;
4) aiutare la riparazione delle microlesioni dell’endotelio intestinale con un adeguato apporto di omega 3; gli omega 3 promuoveranno anche una migliore fluidità delle membrane intestinali ed una ottimale modulazione dei segnali infiammatori e immunitari;
5) sostenere il nutrimento degli enterociti con prebiotici come l’inulina e i frutto oligo saccaridi che verranno trasfomati dalla flora batterica in acidi grassi a catena corta SCFA (fonte per il 70% dell’energia degli enterociti).
In alcuni casi occorreranno settimane o mesi per vincere questa battaglia ma il premio sarà una condizione di equilibrio generale e di salute che ormai la maggior parte dei soggetti ha solo come ricordo.
Il mercato dei probiotici in Italia è fortemente influenzato dai farmacisti.
Sebbene molti medici di medicina generale e specialisti suggeriscono l’uso di probiotici da soli o in associazioni a farmaci e suggerimenti dietetici il processo finale d’acquisto è guidato dal famacista o è frutto di auto prescrizione e acquisto in supermercati e para-farmacie. l’automedicazione nel settore dei probiotici rappresenta almeno un terzo del mercato. Un elemento sconfortante è il fatto che le terapie solitamente non superano i 7 giorni, condizionando severamente il risultato terapeutico.
I consumatori andrebbero educati per comprendere che una somministrazione prolungata è indispensabile per ripristinale la normale flora batterica intestinale, specialmente in patologie come la sindrome dell’intestino irritabile IBS o le disbiosi da terapie antibiotiche.
Nell’acquisto sembra esserci una barriera psicologica di prezzo intorno ai 15 euro. I pazienti, non riconoscendo ai probiotici un grande effetto terapeutico non sono disposti a spendere più di questa cifra.
In questo caso la domanda ha condizionato l’offerta che si è adeguata proponendo confezioni per la durata di pochi giorni o tenendo basso il dosaggio dei batteri.
La barriera psicologica di prezzo è sostenuta dalle povere aspettative sui risultati, che derivano da campagne televisive dis-informanti in cui i probiotici vengono proposti a dosaggi bassissimi.
La maggior parte dei consumatori e,cosa ancor più grave, dei medici e farmacisti, ignora composizione e dosaggio dei batteri nei prodotti probiotici.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra le differenti specie microbiche e la loro importanza relativa nel mantenimento della salute intestinale.
Molte formulazioni in commercio non dichiarano nemmeno la composizione dei loro prodotti nè il numero di batteri (CFU unità formanti colonie) per porzione.
Alcune volte sono usate miscele indeterminate di batteri (Geymonat’s Lactomaior) e/o non una parola viene spesa per definire la loro quantità (OTI’s Probioti).
Le frequenti pubblicità in televisione hanno aumentato la confusione suggerendo il concetto che bassi dosaggi di probiotici a caso posso
migliorare lo stato di salute.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra probiotici di origine batterica e fermenti di origine fungina (lieviti) I probiotici più usati come “Enterogermina” (Bacillus clausii) and Bio Enterum (Lactobacillus sporogens), non contengono gli organismi della flora intestinale “normale” e vengono ustati in media per soli 5-7 giorni.
La maggior parte delle aziende produttrici sa bene che concentrazioni maggiori sono necessarie per un’effetto terapeutico e suggeriscono fino a 9 capsule al giorno.
Alcuni prodotti a base di probiotici contengono anche integratori come Vit B complex, Fos, Inulina. Ci sono 500 mg of L glutammine nel prodotto della Bracco “Flortec”.
In molti casi i consumatori né i farmacist non comprendono il significato di questi integratori.
Per esempio L-glutammina è un ottimo integratore per la produzione degli acidi nucleici negli enterociti, Gli eneterociti hanno un ricambio molto rapido (l’intera popolazione del colon cambia ogni 5 giorni circa).
Ma i consumatori sono più intressati agli aromi delle formulazioni e ai colori delle confezioni.
per esempio il “Lactomaior” della Geymonat ottiene molte preferenze per il suo gusto di cioccolato.
Le formulazioni da bere sono molto apprezzate proprio pechè non sanno di niente.
In conclusione i probiotici sono completamente sconosciuti, usati male e poco.
Il loro ruolo nel mantenimento della salute intestinale sarà compreso solo se ci porremo di fronte alla questione del mantenimento della Eubiosi con un approccio serio.
In tutto ciò la responsabilità è così ripartita:
- le aziende dovrebbero proporre solo preparati “decenti”;
- i medici dovrebbero aprirsi di più nei confronti della medicina funzionale e prescrivere con meno disinvoltura gli antibiotici;
- i farmacisti dovrebbero suggerire solo prodotti “decenti”;
- i consumatori dovrebbero svegliarsi un po’ e informarsi di più;la commissione di vigilanza sulla pubblicità dovrebbe impedire messaggi promozionali “ingannevoli” anche se provengono da potentissimen multinazionali dei prodotti caseari.

Vorremmo contribuire a fare un pò di luce sull'argomento parlando descrivendo il mercato dei probiotici e fornendo alcune considerazioni sul loro uso:
Numerosi lavori scientifici hanno dimostrato l'efficacia clinica di alcuni ceppi probiotici nel trattamento di patologie intestinali come coliti allergie e pseudo allergie alimentari, diverticoliti e morbo di Chron.Il tratto gastro-intestinale è un ecosistema complesso che ospita decine, se non centinaia di organismi diversi, con esigenze nutrizionali diverse. La nostra alimentazione quotidiana condiziona lo sviluppo di questo ecosistema promuovendo una popolazione di tipo anaerobia o una popolazione aerobia, batteri “innocui” o addirittura favorevoli al mantenimento di una condizione di salute oppure altri decisamente patogeni.
Anche lieviti e funghi sono normalmente presenti nel nostro intestino ma diventano causa di problemi e addirittura patologie quando prendono il sopravvento su quelli “buoni”.
E’ il caso di una terapia con antibiotici, magari aggressiva e prolungata.
In questo caso batteri come i Clostridi e miceti come la Candida possono prendere il sopravvento sugli altri e scatenare una parassitosi.
Un segnale che "qualcosa è cambiato" nel nostro intestino e quindi nell'organismo, è il caratteristico odore forte e maleodorante delle feci, oltre al colore e consistenza modificati, il tipico gonfiore addominale che si accentua verso sera, la flatulenza eccessiva.
Questi “fastidi” nel tempo possono evolvere verso reali patologie non solo a carico del tratto gastro intestinale (colite pseudo membranosa) ma anche della pelle (dermatiti atopiche) delle articolazioni (artrite psoriasica), e del sistema nervoso.
Il concetto di intestino permeabile o “leaky gut” in Inglese vuole indicare una situazione in cui le normale barriera intestinale è alterata, le giunzioni serrate tra gli enterociti hanno ceduto e numerose sostanze non digerite o parzialmente digerite derivanti dall’alimentazione entrano nei tessuti sottoendoteliali e raggiungono il circolo sanguigno.
Ripristinare la barriera intestinale è un processo lungo e complesso che ha come fondamento la rifondazione di un ecosistema intestinale eubiotico.
Le tappe fondamentali di questo processo sono così descritte dalla medicina funzionale:
1) rimozione dalla dieta di sostanze favorenti la disbiosi(come gli zuccheri semplici nelle parassitosi da Candida o i latticini nelle intolleranze al lattosio)
2) somministrazione di probiotici per la reinoculazione della flora “normale”;
3) rimpiazzare o incrementare l’attività enzimatica con enzimi vegetali o sali biliari di origine animale;
4) aiutare la riparazione delle microlesioni dell’endotelio intestinale con un adeguato apporto di omega 3; gli omega 3 promuoveranno anche una migliore fluidità delle membrane intestinali ed una ottimale modulazione dei segnali infiammatori e immunitari;
5) sostenere il nutrimento degli enterociti con prebiotici come l’inulina e i frutto oligo saccaridi che verranno trasfomati dalla flora batterica in acidi grassi a catena corta SCFA (fonte per il 70% dell’energia degli enterociti).
In alcuni casi occorreranno settimane o mesi per vincere questa battaglia ma il premio sarà una condizione di equilibrio generale e di salute che ormai la maggior parte dei soggetti ha solo come ricordo.
Il mercato dei probiotici in Italia è fortemente influenzato dai farmacisti.
Sebbene molti medici di medicina generale e specialisti suggeriscono l’uso di probiotici da soli o in associazioni a farmaci e suggerimenti dietetici il processo finale d’acquisto è guidato dal famacista o è frutto di auto prescrizione e acquisto in supermercati e para-farmacie. l’automedicazione nel settore dei probiotici rappresenta almeno un terzo del mercato. Un elemento sconfortante è il fatto che le terapie solitamente non superano i 7 giorni, condizionando severamente il risultato terapeutico.
I consumatori andrebbero educati per comprendere che una somministrazione prolungata è indispensabile per ripristinale la normale flora batterica intestinale, specialmente in patologie come la sindrome dell’intestino irritabile IBS o le disbiosi da terapie antibiotiche.
Nell’acquisto sembra esserci una barriera psicologica di prezzo intorno ai 15 euro. I pazienti, non riconoscendo ai probiotici un grande effetto terapeutico non sono disposti a spendere più di questa cifra.
In questo caso la domanda ha condizionato l’offerta che si è adeguata proponendo confezioni per la durata di pochi giorni o tenendo basso il dosaggio dei batteri.
La barriera psicologica di prezzo è sostenuta dalle povere aspettative sui risultati, che derivano da campagne televisive dis-informanti in cui i probiotici vengono proposti a dosaggi bassissimi.
La maggior parte dei consumatori e,cosa ancor più grave, dei medici e farmacisti, ignora composizione e dosaggio dei batteri nei prodotti probiotici.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra le differenti specie microbiche e la loro importanza relativa nel mantenimento della salute intestinale.
Molte formulazioni in commercio non dichiarano nemmeno la composizione dei loro prodotti nè il numero di batteri (CFU unità formanti colonie) per porzione.
Alcune volte sono usate miscele indeterminate di batteri (Geymonat’s Lactomaior) e/o non una parola viene spesa per definire la loro quantità (OTI’s Probioti).
Le frequenti pubblicità in televisione hanno aumentato la confusione suggerendo il concetto che bassi dosaggi di probiotici a caso posso
migliorare lo stato di salute.
La maggior parte dei consumatori non conosce la differenza tra probiotici di origine batterica e fermenti di origine fungina (lieviti) I probiotici più usati come “Enterogermina” (Bacillus clausii) and Bio Enterum (Lactobacillus sporogens), non contengono gli organismi della flora intestinale “normale” e vengono ustati in media per soli 5-7 giorni.
La maggior parte delle aziende produttrici sa bene che concentrazioni maggiori sono necessarie per un’effetto terapeutico e suggeriscono fino a 9 capsule al giorno.
Alcuni prodotti a base di probiotici contengono anche integratori come Vit B complex, Fos, Inulina. Ci sono 500 mg of L glutammine nel prodotto della Bracco “Flortec”.
In molti casi i consumatori né i farmacist non comprendono il significato di questi integratori.
Per esempio L-glutammina è un ottimo integratore per la produzione degli acidi nucleici negli enterociti, Gli eneterociti hanno un ricambio molto rapido (l’intera popolazione del colon cambia ogni 5 giorni circa).
Ma i consumatori sono più intressati agli aromi delle formulazioni e ai colori delle confezioni.
per esempio il “Lactomaior” della Geymonat ottiene molte preferenze per il suo gusto di cioccolato.
Le formulazioni da bere sono molto apprezzate proprio pechè non sanno di niente.
In conclusione i probiotici sono completamente sconosciuti, usati male e poco.
Il loro ruolo nel mantenimento della salute intestinale sarà compreso solo se ci porremo di fronte alla questione del mantenimento della Eubiosi con un approccio serio.
In tutto ciò la responsabilità è così ripartita:
- le aziende dovrebbero proporre solo preparati “decenti”;
- i medici dovrebbero aprirsi di più nei confronti della medicina funzionale e prescrivere con meno disinvoltura gli antibiotici;
- i farmacisti dovrebbero suggerire solo prodotti “decenti”;
- i consumatori dovrebbero svegliarsi un po’ e informarsi di più;la commissione di vigilanza sulla pubblicità dovrebbe impedire messaggi promozionali “ingannevoli” anche se provengono da potentissimen multinazionali dei prodotti caseari.
October 28, 2008
29 Ottobre 2008 - Giornata mondiale della Psoriasi

Ancora oggi 125 milioni di pazienti con psoriasi/artrite psoriasica vengono discriminati o stigmatizzati per le loro lesioni o eruzioni cutanee che NON sono contagiose.
I governi mondiali sottovalutano l'importanza sociale e socio-economica del problema; la ricerca scientifica sperimenta solo terapie ad alto costo e con un ottica settoriale (solo dermatologica o solo reumatologica, solo biomolecolare, solo biotecnologica).
A mio avviso è necessario ed urgente:
1) Avviarci verso un approccio olistico verso la comprensione delle patologie cronico degenerative tra cui la psoriasi, le dermatiti atopiche, le patologie auto immuni, il diabete.
2)Riaffermare la centralità dei pazienti come nella "Giornata mondiale della psoriasi" e con altre iniziative di sensibilizzazione;
3) Promuovere una ricerca indipendente;
4) Promuovere la medicina funzionale e metodologie che aiutino il nostro organismo a rinforzare le proprie capacità di autoguarigione e di autoregolazione.
Con un'ottica web 2.0 facciamo in modo che le comunità di pazienti online e offline possano essere parte attiva di un percorso verso la salute che li riguarda in prima persona.
I singoli pazienti e le associazioni possono fornire un grande contributo anche attraverso una RICERCA INDIPENDENTE che attraverso percorsi standardizzati può aiutare a formulare ipotesi di studio e nuovi approcci per curare una patologia ancora oggi "sconosciuta" nelle sue cause metaboliche e genetiche.

Colgo l'occasione per ricordare alcune evidenze sul rapporto strettissimo tra psoriasi e salute gastrointestinale:
Suggerisco l'articolo di Ojetti et al. su Malassorbimento intestinale nei pazienti psoriasici
e quello di Scarpa R. et al. su "Cambiamenti microscopici nel colon dei pazienti con psoriasi ed artrite psoriasica ma senza sintomi intestinali" . Molto deve essere fatto in questo campo e il concetto di "leaky gut" (in italiano Intestino permeabile") per molti è solo una ipotesi non sufficientemente dimostrata. Tuttavia agli ultimi congressi dell'associazione dermatologi ospedalieri e dell'associazione dermatologi ambulatoriali un'intera sessione era dedicata al rapporto pelle-intestino.
Esistono protocolli per il recupero della permeabilità intestinale e per il ripristino dell'ecosistema intestinale. La lotta alla Disbiosi intestinale può apportare grandi benefici ai pazienti psoriaci.
Svilupperemo in altri blog, forum e siti specializzati questi interessanti argomenti.
Speriamo di non dover più leggere frasi del genere in futuro......"La diagnosi e la terapia della Psoriasi è prerogativa del dermatologo che deve anche seguirla nel tempo".
Preferiremmo che i medici ci aiutassero a guarire piuttosto che a litigare fra di loro per chi si deve accaparrare i pazienti.
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