January 19, 2008

CLONATI E CLONATORI


Wikipedia ci suggerisce che "il termine clone deriva dal greco κλων (klön, ramoscello)".

Infatti un ramoscello tagliato sotto l'internodo ed interrato può dare origine ad una pianta geneticamente identica alla madre. In natura esistono innumerevoli modi di riproduzione asessuata che danno origine a cloni dei progenitori.

Tuttavia, anche in natura, gli individui clonati non saranno mai identici ai genitori.

Avere quasi lo stesso patrimonio genetico ha come conseguenza una forte somiglianza genotipica (del patrimonio genetico) e fenotipica (del corpo fisico), ma siamo lontani dal concetto di identità.

La logica aristotelica ci viene in aiuto:

Se il soggetto B è identico (uguale) ad A allora è A.

Senza bisogno di scomodare l'anima e lo spirito, il soggetto B per essere identico ad A dovvrebbe avere (per esempio) nel tempo t le stesse coordinate spaziali di A e torneremmo al caso di uguaglianza.

Ne consegue che, anche da un punto di vista logico, il clone può avere solo una somiglianza di grado variabile con il genitore.

Passiamo adesso al secondo punto: il grado di somiglianza clone-parente.

E' ormai acquisito che i processi di duplicazione del patrimonio genetico e le manipolazioni a cui le cellule embrionali vanno incontro durante la procedura di clonazione introducono un fattore di errore r che può accrescere in maniera non prevedibile la sostanziale differenza clone-genitore.

Tutte le procedure biotecnologiche sono modelli e in quanto tali validi a fornire una comprensione approssimativa dei fenomeno naturali.

Nella incapacità di esaminare tutte le variabili, lo scienziato ne studia quelle che riducono al minimo l'errore di interpretazione del fenomeno.

I modelli hanno un enorme valore pratico perchè forniscono strumenti pragmatici per risolvere i problemi di ogni giorno, ma solo un folle scambierebbe un modello matematico con la realtà.

Oggi sempre meno persone conoscono i rudimenti della logica, sempre meno studiano la biologia (scienza della vita), sempre meno si interrogano sul significato dell'esistenza di un essere vivente. Il risultato è che, presi dalla frenesia di ottenere "risultati rapidi e concreti per migliorare la qualità della propria vita", ci si affida a strumenti da chirurgo non abbastanza affilati e a tecniche operatorie non appropriate.

La mia non è una reazionaria difesa della vita (che sarebbe comunque rispettabilissima), ma una semplice riflessione da studioso delle scienze sulla stupidità umana. Ad maiora!

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